Pensioni addio, approvata la legge di Governo che distrugge il sistema pensionistico italiano: rischio elevato e perdita di soldi
Il sistema delle pensioni in Italia è a forte rischio. La riforma studiata dal nostro esecutivo creerà dei problemi a milioni di cittadini
Quello delle pensioni è una problematica aperta più o meno da sempre, da quando in pieno boom economico fu introdotto il moderno sistema previdenziale. Da allora le polemiche sono andate di pari passo con le riforme, tutte provvisorie e mai definitive.
Ogni maggioranza politica salita a Palazzo Chigi negli ultimi trent’anni ha cercato di mettere mano al sistema pensionistico e da almeno tre lustri tutte le riforme sono state realizzate seguendo nei dettagli tutti i parametri imposti dal patto di stabilità dell’Unione Europea.
L’esecutivo presieduto da Giorgia Meloni non fa eccezione da questo punto di vista. Al di là delle intenzioni, per certi versi anche lodevoli, di trovare il modo per consentire a milioni di cittadini di e lavoratori di poter richiedere la pensione anticipata, i paletti entro i quali il governo italiano deve muoversi sono molto rigidi.
Ne consegue che la decisione presa dall’esecutivo di non introdurre nuove forme di pensionamento anticipato riflette la necessità di puntare sul prolungamento dell’età lavorativa, l’unica strada percorribile per impedire il definitivo collasso del sistema previdenziale.
Pensioni addio, l’età lavorativa sarà prolungata: non si può fare altro
Il cosiddetto Piano Strutturale di Bilancio che il governo Meloni invierà a Bruxelles prevede un possibile, forse inevitabile innalzamento dell’età pensionabile per tutti coloro che lavorano nel settore pubblico.
Allo stato attuale quest’ultimi sono destinati ad andare in pensione a 67 anni, ma non si può escludere l’introduzione della possibilità di continuare a lavorare su base volontaria fino a 70 anni. Il ministro della della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha già definito come ‘fattibile’ un simile provvedimento.
Pensioni addio, quelle anticipate saranno solo un ricordo: ecco perché
Uno dei punti più rilevanti del dibattito politico intorno alla riforma previdenziale è quello del numero sempre più elevato di pensionamenti anticipati rispetto ai 67 anni previsti. Le pensioni anticipate assorbono la metà della spesa pensionistica mettendo seriamente a rischio l’intero sistema previdenziale.
Appena un anno fa l’INPS ha chiesto oltre 10 miliardi di euro di fondi pubblici per pagare le pensioni e la cifra aumenterà nei prossimi anni. Non può non stupire perciò la dichiarazione del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti che ha definito ‘urgentissima‘ una revisione della previdenza italiana.