Pensioni decurtate, da questo mese ti tolgono 50€ fino a data da destinarsi: italiani alla canna del gas | Altro che aumenti

Pensioni decurtate - fonte pexels - palermolive.it (2)

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Arriva una stangata per una categoria già pesantemente svantaggiata, un duro colpo che renderà molti cittadini più poveri

I pensionati rientrano tra le categorie più deboli a rischio. Nell maggior parte dei casi gli anziani percepiscono dei sussidi molto bassi che consentono loro di condurre un’esistenza ai limiti della sopravvivenza. Per questo motivo il governo ha messo in campo una serie di misure a supporto, ma adesso arriva la brutta notizia. Dopo aver erogato un bonus l’Inps ha fatto alcune verifiche e si riprende 50 euro dal portafoglio dei pensionati che non ne avevano diritto.

Il 2025 si preannuncia come un anno difficile per i nuovi pensionati, anche a causa dell’introduzione di coefficienti di rivalutazione del montante contributivo più bassi rispetto all’anno precedente. Questa revisione tecnica, legata all’aumento dell’aspettativa di vita, comporta una riduzione degli assegni pensionistici: chi va in pensione quest’anno vedrà il proprio montante contributivo moltiplicato per il 5,608%, contro il 5,723% del 2024. La differenza, apparentemente minima, si traduce in perdite annuali significative per i lavoratori con redditi già sotto la media nazionale, aggravando una situazione economica resa ancora più difficile dall’aumento delle bollette e del costo della vita.

La regione Umbria, dove le pensioni medie sono già inferiori di circa 100 euro rispetto alla media nazionale, risulta particolarmente colpita. I pensionati umbri con assegni di 1.250 euro mensili subiranno una perdita di circa 326 euro all’anno. Questa situazione colpisce duramente soprattutto i lavoratori soggetti al regime contributivo puro, cioè coloro che hanno iniziato a versare contributi dopo il 1995, aggravando ulteriormente il divario economico e sociale tra le diverse regioni italiane.

La revisione biennale dei coefficienti di trasformazione, pur essendo un meccanismo tecnico, pone questioni di equità sociale. Con l’aumento della speranza di vita, il peso di questi adeguamenti rischia di cadere principalmente sui pensionati più vulnerabili. Per questo motivo, le associazioni chiedono un intervento deciso delle istituzioni nazionali e locali per proteggere il potere d’acquisto degli anziani. La situazione attuale evidenzia la necessità di includere le esigenze dei pensionati nell’agenda politica, garantendo una maggiore attenzione alle fasce di popolazione più colpite dalle difficoltà economiche.

Il rischio di restituzione dei bonus energia

Il bonus energia, introdotto nel 2022 dal governo Draghi, era stato pensato per sostenere famiglie e pensionati nel pieno dell’inflazione. Tuttavia, l’Inps ha recentemente concluso le verifiche sui requisiti dei beneficiari e, per chi non risulta idoneo, potrebbe arrivare la richiesta di restituzione delle somme percepite. Questo sta generando preoccupazione, soprattutto tra i pensionati, molti dei quali non ricordano i requisiti richiesti al momento dell’erogazione.

Il bonus energia è stato erogato in due tranche: 200 euro con il decreto Aiuti e 150 euro con il decreto Aiuti-ter. Per accedere al primo contributo, era necessario avere un reddito non superiore a 35.000 euro nel 2021, mentre per il secondo il limite era di 20.000 euro. Entrambe le misure erano destinate a pensionati, disoccupati e titolari di prestazioni assistenziali come l’assegno sociale o l’accompagnamento alla pensione. Ora, l’Inps sta verificando se i redditi effettivi dei beneficiari nel 2021 rispettavano le soglie richieste.

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Pensioni decurtate – fonte pexels – palermolive.it 

Restituzione del bonus: modalità e tempistiche

L’Inps ha già inviato comunicazioni di indebito ai pensionati che non soddisfacevano i requisiti reddituali. Chi deve restituire le somme percepite vedrà una trattenuta mensile di 50 euro sulla pensione a partire da giugno 2025, fino al completo recupero dell’importo. In alternativa, se non è possibile trattenere la somma dalla pensione, l’Inps emetterà un avviso di pagamento tramite il sistema PagoPa. Questa modalità dilazionata mira a ridurre l’impatto economico sui pensionati interessati.

La decisione di recuperare i bonus erogati indebitamente ha sollevato dubbi e critiche, evidenziando l’importanza di una maggiore chiarezza sui requisiti e i controlli preventivi. Sebbene i bonus abbiano rappresentato un aiuto prezioso nel periodo di crisi, questa fase di restituzione rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle misure di sostegno pubblico. Una comunicazione trasparente e una gestione più efficiente delle erogazioni future potrebbero evitare situazioni simili e garantire maggiore tranquillità ai beneficiari.