Per 150 contagi in Cina disinfettazione e 13 milioni di abitanti in lockdown

Una megalopoli di 13 milioni di abitanti “chiusa per covid”. In Cina il Partito è preoccupato per le Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Pechino a febbraio, e vuole “contagio zero”

La Cina insiste sulla strategia “contagi zero”, anche perché si appresta a ospitare dal 4 febbraio i Giochi olimpici invernali di Pechino. Il bollettino ufficiale di oggi riportato dall’agenzia Xinhua segnala anche 38 nuovi casi importati e 27 relativi a pazienti asintomatici. Intanto Pechino ha ordinato alla città di Xian, una megalopoli di 13 milioni di abitanti nella Cina centrale, di disinfettare strade, edifici e spazi aperti per contrastare la nuova ondata Covid che sta colpendo i 13 milioni di residenti. Questo, nonostante che il numero di nuovi casi ieri erano 150 contro i 155 del giorno prima. Numeri esigui, rispetto ai numeri registrati in altri paesi all’estero. La Cina, a quanti pare, vuole muoversi rapidamente. Ha imposto limiti severi, ordinando a tutti i residenti di rimanere in casa. Un vero e proprio lockdown.

PULIZIA PROFONDA CON POCHE ORE DI PREAVVISO: DIVIETO DI GUIDA

A Xian ieri, con poche ore di preavviso, i cittadini sono stati informati che la città avrebbe subito una pulizia profonda, su “larga scala”. Per questo i funzionari comunisti hanno inasprito le restrizioni a partire da oggi, imponendo il divieto di guida, pena 10 giorni da passare in carcere. Tutto questo nonostante che in Cina non sono rilevati casi della nuova variante Omicron. C’è da dire che in Cina il Partito è preoccupato per le Olimpiadi invernali che si svolgeranno a Pechino a febbraio. Soprattutto dopo che l’Università di Hong Kong ha scoperto che il vaccino cinese Sinovac non offre protezione contro la nuova variante, neanche con un richiamo. Per questo confini chiusi, lunghe quarantene, blocchi improvvisi, test di massa e tracciabilità dei contatti.

RIFLESSI NEGATIVI NELL’ECONOMIA

Il rovescio della medaglia è che quest’approccio rallenta le catene di approvvigionamento globale. All’inizio del mese il Partito Comunista ha ordinato alle fabbriche della provincia di Zhejiang, importante hub per la società di e-commerce Alibaba, di chiudere. Le navi portacontainer sono ferme nel porto più trafficato del mondo, a Ningbo, e i produttori di cobalto, utilizzato nelle batterie dei veicoli elettrici, sono stati costretti a fermare le operazioni.