Per i marò accuse da archiviare: la procura ritiene insufficienti le prove

I due marò ritenenendo di difendere una petroliera dall’attacco dei pirati sparando, e uccisero due pescatori. Dopo 10 anni, il caso potrebbe chiudersi adesso

marò

Foto Roberto Monaldo / LaPresse 22-12-2012 Roma Cronaca Aeroporto di Ciampino - Rientro in Italia per le festività natalizie dei due marò detenuti in India Salvatore Girone e Massimiliano Latorre Nella foto Salvatore Girone, Massimiliano LatorrePhoto Roberto Monaldo / LaPresse 22-12-2012 Rome (Italy) Ciampino airport - Return to Italy for the Christmas holidays of the two soldiers detained in India Salvatore Girone and Massimiliano Latorre In the photo Salvatore Girone, Massimiliano Latorre

La procura di Roma ha chiesto l’archiviazione per il caso dei due marò italiani, i fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Accusati dell’omicidio, nel febbraio del 2012. di due pescatori al largo delle coste del Kerala, India sud-occidentale. Dopo quasi dieci anni di tribunali, corti internazionali, processi sui giornali e casi diplomatici, in pratica non si è riusciti a mettere assieme un quadro di elementi probatori «sufficiente a garantire l’instaurazione di un procedimento».

Cioè non ci sono le condizioni per procedere. Perché gli accertamenti che son stati eseguiti in India, anni fa, non sono utilizzabili. A New Delhi, allora, vennero sequestrate le armi a bordo della petroliera italiana, per analizzarle nei loro laboratori balistici. Il nostro governo aveva pure provato a chiedere l’apporto di alcuni esperti italiani, ma gli indiani avevano risposto picche. Li hanno fatti presenziare e basta. Nel frattempo i corpi dei due pescatori sono stati cremati, e le testimonianze raccolte valutate «non sufficienti».

PESCATORI SCAMBIATI PER PIRATI

È il 15 febbraio di nove anni fa, la nave petroliera Enrica Lexie, che batteva bandiera italiana, aveva lasciato l’India diretta a Gibuti, in Africa. Trattandosi di acque pericolose, per difendere la nave in caso di attacco di pirati, a bordo c’erano sei uomini del Reggimento San Marco. Va tutto bene fino al primo pomeriggio, quando la Lezie ha incrociato un peschereccio che trasporta undici persone, nove delle quali stanno dormendo. I due marò Latorre e Girone erano al loro posto. Furono lanciano segnali ottici e sparati alcuni colpi di avvertimento. Ma il peschereccio non cambiò direzione. A bordo si credette, erroneamente, ma che si trattava di pirati. Cosa possibilissima in quella zona. E pensando di essere sotto attacco, spararono, colpendo direttamente il peschereccio. Che comunque, in un qualche modo, si allontanò.

MORTI DUE UOMINI

Un paio d’ore dopo la capitaneria di porto indiana si mise in contatto con la Lexie, e informò il capitano che il peschereccio era rientrato con un carico tragico. Nella sparatoria erano morti due pescatori. La petroliera tornò indietro, e da quel momento in poi si è aperta un’odissea di politica e giurisprudenza, intricata e complessa. Che vede prima l’arresto di Latorre e Girone in India, poi il loro trasferimento in una struttura alternativa per evitargli il carcere. E da allora una lunga serie di negoziati che, alla fine, nel 2020, sfociarono in un’aula del tribunale arbitrale dell’Aja. Venne riconosciuta all’Italia la giurisdizione del caso e, al contempo, all’India un risarcimento di 1,1 milioni di euro. I marò rientrarono in Italia, in attesa del processo che si sta attualmente celebrando. Adesso con la richiesta di archiviazione pare sia arrivata, finalmente, la parola fine.