Per i palermitani aumento record dell’Irpef: la stangata più alta d’Italia

La giunta comunale ha deliberato l’aumento dell’Irpef per quest’anno e per il 2023. La tassa sarà il doppio, anche per perdere i finanziamenti del patto con lo Stato

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Il Comune di Palermo è in attesa di firmare il patto con lo Stato, con il quale riceverà aiuti per 180 milioni di euro, indispensabili per salvarlo dal dissesto. L’amministrazione comunale palermitana, assieme a quelle di Napoli, Torino e Reggio Calabria è una delle quattro che stanno accedendo a questo piano di aiuti speciale dello Stato. Per loro, inoltre la legge ha previsto che possano aumentare l’Irpef sopra il limite stabilito dello 0,8 per cento. Ebbene, la giunta del capoluogo siciliano, unica in Italia, con una delibera ha definito un enorme aumento dell’Irpef: l’aliquota sale al 1,57 per cento da quest’anno, ed a 1,73 dall’anno prossimo. Il doppio rispetto all’attuale, e diventa quindi la più alta tra tutte quelle delle città italiane. Una vera stangata. Nessuna delle altre tre, cioè Napoli, Torino e Reggio Calabria ha deliberato per aumenti tanto importanti come quelli che invece Palermo ha garantito a Roma.

SOLO A PALERMO UN AUMENTO COSÌ SMISURATO. A REGGIO E NAPOLI NIENTE, TORINO PER PE FASCE ALTE

Come riportato da Repubblica, a Reggio Calabria hanno deciso di non aumentare l’Irpef. Firmeranno lo stesso il patto per ricevere gli aiuti, nonostante l’aliquota rimanga anche quest’anno ferma allo 0,8 per cento. Anche a Napoli la tariffe per quest’anno saranno congelate, e solo a partire dal 2023 è stato varato un piccolo aumento dell 0,12 per cento. L’aliquota quindi passerà allo 0,9 per cento, ma con la fascia d’esenzione più ampia. Saranno inclusi i redditi fino a 12mila euro, invece che 8mila coe era prima. Hanno spiegato che anche per loro il governo avrebbe voluto il raddoppio, ma il Comune ha negoziato per evitare il peggiore scenario. A Torino l’aumento ci sarà già da quest’anno. Ma hanno stabilito di modularlo per fasce di reddito. Tra i 28mila e i 50mila euro, l’aliquota crescerà di poco, fermandosi allo 1 per cento. Sarà invece stangata per i redditi più alti: 2,5 sopra i 50mila euro. Il sindaco di Torino Stefano Lo Russo in aula si è scusato con chi verrà toccato dalla manovra. Invece a Palermo, molto brutalmente, l’aumento sarà indiscriminato per tutti. Senza nessuna distinzione tra più ricchi e più poveri e senza nessuna fascia di esenzione.

UN VERO SALASSO, CHE POTREBBE ANCHE AUMENTARE

Un salasso che potrebbe anche non essere definitivo. Il reddito medio dei 240 mila contribuenti palermitani è di 26mila 785 euro. Facendo due conti si può verificare che quei 214,28 euro che in media hanno pagato fino ad adesso i cittadini, da quest’anno diventeranno 420,52 e il prossimo 463,38, più del doppio. Non solo. Queste cifre già spropositate potrebbero anche aumentare. Tutto dipende dall’accordo che il Comune firmerà con Roma nelle prossime ore. Se verrà confermato che il contributo non andrà oltre i 180 milioni, ci sarà un altro ritocco. L’aliquota potrebbe salire a 1,76 già da quest’anno e nel 2023 salirebbe a 1,98. Un ulteriore aumento di circa 51 euro per quest’anno, e di circa 67 euro nel prossimo.