Per la cosca di Bolognetta chiesto il rinvio a giudizio | VIDEO
Dalle intercettazioni degli inquirenti è emerso che c’era una situazione di infiltrazione dell’amministrazione comunale di Bolognetta. Coinvolto anche un avvocato
La procura di Palermo ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti delle persone coinvolte nell’operazione “Dominio”, scattata a Bolognetta all’inizio dell’anno. I sette soggetti coinvolti sono: Carlo Salvatore Sclafani, 47 anni; Mario Pecoraro, 46 anni; Carmelo Polizzi, 44 anni; Giusto Cangialosi, 30 anni; Carmelo Giammanco, 49 anni; Mario Giammanco, 44 anni; Rosolino Pomara, 47 anni. L’indagine della Compagnia dei carabinieri di Misilmeri sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
LE ACCUSE
In particolare Sclafani, Pecoraro, Mario e Carmelo Giammanco sono accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsione, illecita concorrenza, falso e autoriciclaggio. L’avvocato Rosolino Pomara di falsità ideologica. Invece Giusto Cangialosi deve difendersi dall’accusa di avere eluso disposizioni di legge in materia di misure prevenzione patrimoniali, ed a Carmelo Polizzi viene contestato di aver favorito la fuga negli Stati Uniti di Carlo Noto, l’unico indagato ancora latitante nell’operazione Cupola 2.0.
LE INTERCETTAZIONI
Inoltre dalle indagini condotte dai carabinieri, e coordinate dai pm Gaspare Spedale e Giorgia Righi, è emerso che gli imprenditori Sclafani e Pecoraro sarebbero riusciti a imporre il monopolio nel settore delle pompe funebri. Continuando a ricevere ordini dal capomafia in carcere Stefano Polizzi, arrestato nel blitz del dicembre 2018. Sia Sclafani che Pecoraro avrebbero minacciato e intimidito un imprenditore nel settore delle onoranze funebri per mantenere il monopolio nel territorio. Inoltre, in concorso con l’avvocato Rosolino Pomara, si sarebbero adoperati a redigere la documentazione falsa da presentate alla corte d’appello di Palermo per ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento di una società.
INFILTRAZIONI NELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
Dalle intercettazioni effettuate dalle forze dell’ordine è venuto fuori che i due imprenditori avevano contatti all’interno del Comune di Bolognetta. Infatti i carabinieri del NORM della Compagnia guidata dal maggiore Marco Montemagno nel loro rapporto hanno parlato di una “situazione di infiltrazione dell’amministrazione comunale. Che, condizionata nel suo operato, avrebbe affidato alle ditte dei due indagati commesse pubbliche. Senza seguire i previsti iter amministrativi in violazione del principio di trasparenza ed imparzialità”. Così Sclafani e Pecoraro sarebbero riusciti ad ottenere diversi lavori per le proprie ditte edili. A marzo nel Comune di Bolognetta sono arrivati gli ispettori prefettizi