Per lavoro, nascite e povertà la Sicilia è la pecora nera dell’Europa

Un rapporto di Eurostat conferma le condizioni di profondo disagio economico e sociale dell’Isola in Europa. Vicino all’Isola ci sono Campania e Calabria

L’annuario regionale 2020 dell’Eurostat, l’Ufficio statistico dell’Unione Europea, fornisce un quadro dettagliato relativo a un’ampia gamma di temi statistici nelle regioni degli Stati membri dell’Europa. Ma anche nelle regioni del Regno Unito, dell’EFTA e dei paesi candidati. Per la Sicilia non ci sono buone notizia, e non può essere consolatorio il sapere che non è sola, ma che è vicino a Campania e Calabria. La Sicilia è in fondo, a tutte le classifiche, l’ultima. L’Isola è maglia nera per numero di occupati, ed inoltre si prospetta un preoccupante calo demografico di quasi nove punti percentuali nei prossimi trent’anni. Quindi, in prospettiva, un territorio desertificato, abitato da una popolazione con età media sempre più alta. Nei dati statistici del 2020 l’esercito dei rassegnati, cioè di siciliani senza lavoro tra i 20 e i 64 anni, è stato il 44,56 per cento. Impietoso il confronto con la Finlandia col suo 90 per cento di forza lavoro attiva. Insomma, la regione più a Sud d’Italia è la Cenerentola d’Europa, con quasi un siciliano su due senza occupazione.

INATTIVO IL 40% DI GIOVANI FRA 18 E 24 ANNI

In merito alla disoccupazione Claudio Barone, segretario regionale Uil Sicilia, precisa, come scrive Repubblica: «Attenzione, il numero dei disoccupati è stimato per difetto, non rientrando nella statistica tutti coloro che il lavoro non lo cercano più. La situazione è ancora più drammatica». Infatti le percentuali, balzano al 48,31 per cento per i disoccupati giovani. Sono in costante aumento rispetto agli anni precedenti. Ma in Sicilia non ci sono solo giovani che non lavorano. Ci sono anche ragazzi che non studiano e che non sono impegnati in corsi di formazione. Dal Neet (“Not in education, employment or training) un dato preoccupante: il 40 per cento dei giovani tra i 18 e 24 anni è sostanzialmente inattivo.

IL COLPO DI GRAZIA DELLA PANDEMIA

In questa percentuale ci sono molte ragazze che, terminato la scuola dell’obbligo, finiscono nel mercato del lavoro nero. Il colpo di grazia al mercato del lavoro è stato sferrato anche dalla pandemia. Gregory Bongiorno, presidente di Sicindustria, sostiene che «il maggior numero di posti si sono persi nel settore della ristorazione, in quelli alberghiero e commerciale, che rappresentano il 60 per cento delle aziende siciliane». Infatti tra i disoccupati le donne sono sempre di più. Quasi una su tre non lavora.

LA SICILIA È SEMPRE PIÙ POVERA E LE DONNE FANNO MENO FIGLI

Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia sostiene che ci sono molte concause sulla disoccupazione femminile: «È un dato che si spiega anche alla luce dei pochi servizi socio-assistenziali adeguati. Servono più asili nido di qualità e più ore a scuola per invertire il trend negativo che riguarda l’impiego femminile». Spiega anche che le donne qui fanno meno figli e sempre più tardi: in media uno solo e mai prima dei trent’anni. Avere figli diventa una scelta ponderata, di calcolo economico. Perché la regione è sempre più povera. La percentuale del rischio povertà è, infatti il 41,4 per cento, la più alta d’Europa, e sale al 48,7 per cento se si guarda anche all’esclusione sociale. Il risultato è la prospettiva di una desertificazione anche demografica dell’Isola.