Per Natale in molte famiglie si allestisce ancora il Presepe, con la sua storia e il suo fascino

Il paesaggio del Presepe è animato da tanti pastorelli che rappresentano i vari mestieri. Di solito c’è il gregge e qualche casa con gli animali domestici nell’aia

Uno studio pubblicato su un giornale di psicologia assicura che addobbare la propria casa per il Natale, e l’atmosfera natalizia, in generale, migliora l’umore. E, inoltre rende più felici, perché distrae dalle preoccupazioni quotidiane e risveglia ricordi del passato. In quasi tutte le famiglia c’è un Albero di Natale, una usanza arrivata in Italia nell’ottocento. Prima era una tradizione che apparteneva ai paesi nordici, ai Celti e alla cultura germanica. Inoltre, in molte famiglie,  quando si avvicinano le feste natalizia. resiste ancora oggi la tradizione di preparare il Presepe. Che è italiano al 100%. Un allestimento che conserva un suo innegabile fascino.

Con tutti i suoi personaggi disposti fra un prato di muschio con dietro montagne di sughero e cartapesta, e un cielo stellato come sfondo. C’è il fiume con il ponticello, e l’immancabile grotta, sormontata da una stella cometa. Dentro si scorgono Maria e Giuseppe davanti alla mangiatoia che ospiterà il Bambinello, e dietro il bue e l’asinello, destinati a scaldare l’ambiente. Gesù Bambino, comunque, fino al 25 dicembre non ci sarà. Sarà messo al suo posto alla mezzanotte del 25. Il paesaggio del Presepe è animato da tanti pastorelli che rappresentano i vari mestieri. Di solito c’è un gregge, qualche casa con tanti animali domestici nell’aia. In lontananza si scorgono i Re Magi sui loro cammelli, che arriveranno al cospetto di Gesù il 6 gennaio, portando in omaggio oro, incenso e mirra.

Fu San Francesco che volle il primo presepe

La tradizione del Presepe, così come è conosciuta, affonda le sue radici in un fatto storico, strettamente legato alla vita di San Francesco d’Assisi. Fu lui che il 25 dicembre 1223, diede vita al primo Presepe. Tornato in Italia dopo aver fatto un lungo viaggio nei luoghi della vita terrena di Gesù, tra cui Betlemme, luogo della nascita del Salvatore, Francesco continuava a pensare a quel viaggio in Terra Santa. Era affascinato dell’evento della nascita di Gesù, Dio che diventa bambino, umile, fragile e indigente. Decise così di fare una “rappresentazione viva” di questo straordinario evento. Scelse una grotta a Greccio, un piccolo paese oggi in provincia di Rieti, che gli ricordava la città natale di Gesù.
Accorsero tutti i contadini del paese, mentre i frati illuminavano con le fiaccole il paesaggio. Dentro la grotta fu messa una mangiatoia piena di paglia e dietro ad essa, un bue e un asino. In quella prima rappresentazione non c’erano né la Madonna né San Giuseppe. E neanche Gesù Bambino. Dall’idea di San Francesco, il Presepe divenne una tradizione religiosa e popolare. Prima si cominciò ad allestire  nelle chiese e poi, pian piano, anche nelle case dei credenti.