Per Rudy Guede nuovi guai. Il 36enne ivoriano, condannato per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, avvenuto a Perugia il 1° novembre del 2007, adesso deve rispondere di maltrattamenti, violenza e lesioni personali nei confronti della ex compagna 23enne. Guede è uscito dal carcere a giugno scorso, dopo 13 anni di detenzione tra semilibertà e una collaborazione nel Centro studi criminologici di Viterbo, e questa mattina è stato raggiunto dalla misura cautelare del divieto di avvicinamento a 500 metri dalla ex compagna e dalla misura del braccialetto elettronico.
Per l’omicidio di Meredith Kercher furono processati anche Raffaele Sollecito e Amanda Knox. Entrambi, dopo anni si carcere, furono assolti. Sollecito ha commentato all’Adnkronos la misura cautelare emessa per l’ivoriano: “Non seguo la vita di Guede, ma certo alla luce di quanto accaduto oggi mi sembra che non sia cambiato. Quello che era prima di entrare in carcere, quello che leggevamo negli atti, si riconferma tristemente e altrettanto tristemente si constata che non si è pentito”.
Rudy Guede tempo fa aveva scritto una lettera ai genitori di Meredith Kercher, raccontando la sua verità: “Se le mie mani sono macchiate di sangue è perché ho tentato di salvare Meredith – ha spiegato -. La paura ha preso il sopravvento e sono scappato come un vigliacco lasciando Mez forse ancora viva. Di questo non finirò mai di pentirmi”. In un passaggio della lettera ha aggiunto: “Non passa giorno che non le dedichi un pensiero. È un macigno nell’anima, sarà così finché vivrò. Ho scritto ai suoi familiari ma non mi hanno risposto. Vorrei dirgli di perdonarmi se non sono riuscito a fare tutto il possibile per salvarla. Farle visita al cimitero in Inghilterra? Meglio di no”.