Perché non ci sono casinò in Sicilia

Rispetto all’intero territorio nazionale, in Sicilia risiede l’11% dei giocatori d’azzardo italiani. Anche per questo motivo, l’isola punta a poter ospitare un casinò terrestre all’interno dei suoi confini.

La passione per il gioco d’azzardo, nel nostro Paese, ha radici ben profonde. Talmente profonde, che affondano nella storia dell’antica Roma imperiale. Un’epoca in cui cittadini di ogni classe sociale – e specialmente i soldati – amavano divertirsi giocando a dadi, a dama o a Ludus Duodecim Scriptorum (l’antesignano dell’odierno backgammon).

Se queste sono le premesse, è in un certo senso sorprendente sapere che oggi sul suolo italiano sono in funzione soltanto tre casinò terrestri. E che neanche uno di questi si trovi a Roma o, più in generale, nel Centro o nel Sud Italia. Ai nostri giorni, il Casino de la Vallée a Saint Vincent, il Casinò Municipale di Sanremo e il Ca’ Vendramin Calergi a Venezia sono le uniche tre sale da gioco dello Stivale, tutte localizzate al nord.

I dati sul gioco d’azzardo in Sicilia

Come spesso succede, la storia ci racconta però qualcosa di diverso. E in particolare, di un casinò in Sicilia – a Taormina per la precisione – aperto tra il 1963 e il 1965. Una memoria che sempre più spesso fa riaccendere il dibattito in merito alla possibilità di reimpiantare nell’isola una sala da gioco tradizionale. A maggior ragione, con lo scopo di intercettare un pubblico ampio di appassionati, e di generare ricavi utili a rimpolpare non solo le finanze regionali, ma anche quelle statali.

Sì, perché la Sicilia, secondo i dati ufficiali sul gioco d’azzardo in Italia presentati l’11 settembre 2020 dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, è la terza regione in cui si spende di più dopo la Lombardia e la Campania. Così, data la mancanza di strutture fisiche sul territorio, è normale i gamer si rivolgono a piattaforme web come 888 Casino Online. Sul sito è possibile trovare una ricca e completa gamma di giochi come roulette, slot machine e blackjack, accessibile 24 ore su 24, 7 giorni su 7 da computer fisso o dispositivi mobili.

Il casinò di Villa Mon Repos a Taormina

Con l’11% dei gambler italiani che risiede in Sicilia, è normale che ci sia chi pensa all’apertura di un nuovo casinò fisico sull’isola. Una struttura che la riporti ai tempi d’oro degli sfavillanti anni Sessanta, quando divi del cinema hollywoodiano del calibro di Marlene Dietrich e Cary Grant giocavano nel casinò di Villa Mon Repos a Taormina, in provincia di Messina. 

Ed è così che per qualche anno i giocatori dell’Italia meridionale non hanno avuto bisogno di andare al nord per trovare un casinò. Ma poi, improvvisamente, lo Sato non rinnovò la licenza della sala da gioco gestita dal commendatore Domenico Guarnaschelli, costringendolo alla chiusura. 

La proposta di aprire un casinò a Palermo

Quello di Taormina resta l’unico casinò fisico mai aperto nel Sud Italia. Negli ultimi tempi si è tuttavia discusso di insediare una sala da gioco nei dintorni di Palermo

Già negli anni Trenta era stato proposto di ubicarla nelle sfarzose sale al pian terreno del Castello di Utveggio, uno straordinario edificio in stile Liberty situato sul promontorio del Monte Pellegrino (che Goethe aveva definito il “più bel promontorio del mondo”). 

La proposta di un casinò a Palermo naufragò, per poi tornare in auge ai giorni nostri. Nel 2014 si pensò infatti di costruirne uno nella zona di Mondello, un’area a forte vocazione turistica. Il progetto venne addirittura approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana (ARS), salvo però concludersi con un nulla di fatto. 

Conclusioni

Ma perché non aprire delle sale da gioco in territorio siciliano? Strutture che gioverebbero al turismo e alle entrate dell’isola, e che eviterebbero ai giocatori locali le trasferte verso la vicina Malta. 

Le risposte sono diverse. C’è chi fa riferimento al problema della ludopatia e chi brandisce lo spauracchio della criminalità organizzata. Una delle motivazioni più convincenti del fronte del no riguarda invece la crescente popolarità dei casinò online. Per molti, sono proprio questi ultimi il futuro del gioco d’azzardo, con buona pace delle sale da gioco terrestri.