Al bunker di Pagliarelli si è concluso con condanne pesanti il processo nato dalle inchieste “Bivio” e “Bivio 2”, celebrato con il rito abbreviato davanti al giudice Giuliano Castiglia. Un procedimento nato da un blitz del 2021, dopo una lunga serie di estorsioni e danneggiamenti, con arresti che colpirono e decimarono il clan di San Lorenzo, ma anche quelli di Tommaso Natale, Partanna Mondello e Zen. L’accusa, rappresentata dai pm Dario Scaletta e Felice De Benedictis, aveva chiesto condanne per oltre un secolo di carcere, che il gup Castiglia, dopo quasi 10 ore di camera di consiglio ha sostanzialmente accolte.
Sedici anni Giulio Caporrimo, quello che è considerato il nuovo capo del mandamento. Mentre è stato assolto il figlio Francesco, per il quale i pm avevano invocato una condanna a 6 anni e 8 mesi. Queste le pene: 18 anni e 4 mesi per Antonino Vitamia, 18 per Francesco Palumeri e 17 anni e 4 mesi per Giuseppe Cusimano. Quattordici anni e 8 mesi a Francesco Adelfio, dodici anni e quattro mesi a Francesco L’Abbate. Nove anni e 4 mesi a Sebastiano Giordano, otto anni e 8 mesi a Salvatore Fiorentino, tredici anni ad Andrea Mancuso, 10 anni e 8 mesi a Michele Zito, 12 anni a Fabio Gloria e Vincenzo Taormina, sei anni a Fabio Ventimiglia, otto anni e otto mesi a Giuseppe Rizzuto, dieci anni a Vincenzo Billeci. Oltre che per Francesco Caporrimo, assoluzione anche per Pietro Ciaramitaro.
Le inchieste “Bivio” e “Bivio 2” nacquero da indagini su mafia, estorsioni, danneggiamenti affari di droga e sparatorie, e colpirono i clan di Tommaso Natale, San Lorenzo, Partanna Mondello e Zen. Nel mirino dei boss c’erano, come spesso accade, ditte edili e di movimento terra, oltre ad una macelleria, una friggitoria ed un’agenzia funebre. Alla guida del clan San Lorenzo ci sarebbe stato Giulio Caporrimo, Gli investigatori riuscirono a ricostruire complessivamente 19 estorsioni, ma nel processo soltanto tre imprenditori taglieggiati si sono costituiti parte civile. Li hanno assistito da associazioni antitacket, fra le quali Addiopizzo. Oltre ai tre “coraggiosi”, si sono costituiti parte civile anche il Comune di Palermo, il Centro Pio La Torre, Solidaria e Sos Impresa, Fai e Sportello di solidarietà.