Pescherecci fermi contro il caro carburanti: “Non siamo nelle condizioni di lavorare”

I forti rincari per i carburanti portano ad una nuova protesta nel settore della pesca

pescherecci

Il prezzo del carburante arriva alle stelle e i pescherecci si fermano in segno di protesta. Un’iniziativa che investe diverse regioni d’Italia, Sicilia inclusa, e che vuole dar voce alle esigenze di un settore fortemente colpito dai rincari.

“E’ il secondo giorno che siamo fermi, non sappiamo quando riprenderemo l’attività di pesca. Non siamo in condizioni di lavorare, questo è sicuro. Tutta l’Italia sta scioperando”. A dichiararlo a Palermo Live è Salvatore Samuel Lo Iacono, dipendente di un peschereccio a strascico.

“Con ciò che guadagniamo giornalmente non riusciamo a coprire le spese del carburante. Non c’è un guadagno che garantisca la sopravvivenza. Usciamo per pesca e non abbiamo un pescato garantito che ci permetta di pagare le spese del carburante che sprechiamo”.

Un prezzo che ha fatto presto a diventare altissimo, in una corsa inarrestabile, iniziata già da settimane, che non pare fermarsi. L’emergenza riguarda diversi settori lavorativi.

Le esigenze del comparto della pesca erano, del resto, già state rese note mediante un atto di protesta. Il 22 febbraio scorso, la categoria dei pescatori si era infatti unita a quella degli operatori dei bus turistici. Piazza Indipendenza, davanti la sede della Regione Siciliana, aveva visto un centinaio di pullman mandare letteralmente in tilt il traffico cittadino.

I pescatori hanno fatto sentire la loro voce per la questione dei rincari, ma i risultati non sono stati quelli sperati. “Con lo sciopero alla Regione Siciliana non c’è stata data nessuna garanzia”, commenta Lo Iacono. Così i pescherecci si fermano, nella speranza di misure che possano presto dar sollievo alle loro attività.

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