Peste suina a Palermo: a Monte Pellegrino è caccia ai cinghiali
Non vi sono rischi per l’essere umano, ma il dilagare del virus nel mondo animale ha portato alla decisione di prorogare l’azione di monitoraggio nella riserva orientata di Monte Pellegrino fino al 2023. Da segnalare anche gli esemplari morti, ma che presentavano segni evidenti del malessere
La Regione Siciliana ha prorogato il piano di controllo della riserva orientata di Monte Pellegrino a Palermo; l’allarme legato alla diffusione del virus della peste suina africana rende necessario il monitoraggio dell’area. La proroga si estende fino a giugno del 2023. Per arginare i contagi si procederà alla cattura dei cinghiali.
La malattia non presenta rischi di contagio per l’uomo. Il suo incedere, tuttavia, rende i provvedimenti necessari. Eventuali animali catturati o già morti, ma che presentavano segni di malessere (ad esempio scoordinamento motorio e convulsioni), dovranno essere segnalati alle autorità competenti. Dunque, guardie forestali, polizia provinciale, guardia venatoria e servizi veterinari dell’Asp.
La decisione di prolungare il monitoraggio arriva dopo l’allarme del responsabile del servizio coordinamento fauna selvatica dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale di Roma. “Dato l’elevato rischio di introduzione del virus della peste suina africana nel nostro paese, si evidenzia la necessità che l’Amministrazione dia opportune indicazioni al proprio personale affinché ogni cinghiale trovato morto, anche a seguito di incidente stradale ovvero abbattuto, sia segnalato”. Così, si legge sulla relazione del 16 luglio.