Implorava la figlia di chiamare i carabinieri, mentre veniva picchiata con una padella e torturata. Viene descritta così la lunga e lenta agonia di Antonella Salamone dalla figlia 17enne, arrestata ieri per concorso in omicidio insieme al padre, Giovanni Barreca, e i due palermitani, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
Un racconto degli orrori lucido e distaccato quello della ragazza, l’unica ad esser stata risparmiata dal delirio mistico del padre e della coppia. “C’era satana in casa, dovevamo scacciarlo”.
Gli esorcismi, sempre secondo la testimonianza della 17enne, sarebbero iniziati lo scorso mese di gennaio. Mese in cui il Barreca prese i contatti con la Fina e il Carandente, rintracciati su Facebook. Dalle preghiere sono poi passati alle violenze a cui la madre si è opposta. Antonella Salamone non avrebbe mai permesso che venisse fatto del male ai suoi figli. Da qui, la scelta di ucciderla per prima.
La donna è stata barbaramente torturata, presa a colpi di padella, colpita con l’attizzatoio del camino, ustionata con il phon bollente. Prima di morire, avrebbe implorato più volte la figlia di chiamare i carabinieri ma alla sua richiesta la ragazza è rimasta impassibile. Dopo averla uccisa, hanno bruciato il suo corpo e poi l’hanno sepolta.
Poi è toccato ai due figli maschi, Kevin ed Emanuel, torturati con fili elettrici e a colpi di attizzatoio, legati ai letti con delle catene e imbavagliati con degli stracci per far sì che non urlassero.