Rosario Crocetta nel 2012, pochi giorni dopo il suo insediamento, aveva dichiarato che i giornalisti Pietro Nicastro e Gioacchino Felice, componenti dell’ufficio stampa regionale, avevano ottenuto l’incarico a seguito di raccomandazioni politiche e non dopo un concorso. E li aveva licenziati in tronco insieme a tutti gli altri componenti dell’Ufficio stampa della Regione.
I due giornalisti avevano contestato le dichiarazioni di Crocetta, e lo avevano citato in giudizio. Nel maggio 2018 il Tribunale aveva reputato diffamatorie le affermazioni dell’ex presidente. Ed aveva emesso una sentenza che lo condannava risarcire i ricorrenti con 15 mila euro ciascuno e a pagare le spese legali.
Ma Pietro Nicastro e Giancarlo Felice hanno dovuto intraprendere un altro procedimento per ottenere dall’ex presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta quanto loro assegnato dalla sentenza emanata dalla prima sezione civile del Tribunale di Palermo.
E il Tribunale di Gela ha accolto la tesi del legale dei giornalisti. Ha deciso che l’assegno vitalizio erogato dall’Assemblea regionale siciliana agli ex deputati di Sala d’Ercole può essere pignorato, perché non può essere equiparato alla pensione. Pertanto il vitalizio di Crocetta sarà pignorato, e si procederà a risarcire i due giornalisti.