Piove? Allora non andare al lavoro, non possono dirti niente, tantomeno licenziarti: lo dice la legge | Fatti pagare ogni goccia
Forse non lo sapevi, ma in caso di pioggia puoi restare sotto le coperte e non presentarti al lavoro: la legge ti tutela.
Svegliarsi all’alba e scoprire che fuori diluvia di certo non invoglia a vestirsi per recarsi al lavoro. Anzi, in tali contesti spesso la tentazione incontrollabile è quella di rimettersi a dormire sotto le coperte e attendere che passi la tempesta. Certo, c’è da considerare il problema legato al mantenimento della propria posizione lavorativa.
Non presentarsi in ufficio perché fuori piove è una motivazione abbastanza forte per non sconfinare nel licenziamento? Ebbene, quello che in molti hanno da sempre sognato è adesso divenuto realtà: si può restare a casa con la pioggia, per giunta senza rischiare provvedimenti disciplinari di alcun tipo.
Non solo: si viene anche pagati, proprio come se quel giorno ci si fosse presentati regolarmente al lavoro. Una suggestione? Tutt’altro: la legge parla chiaro e tutela tutti i lavoratori dello Stivale in questo senso. Il punto è che non tutti sono al corrente di questa possibilità e non sono, di conseguenza, nelle condizioni di ricorrervi.
Cosa bisogna fare, quindi, in caso di maltempo per non andare a lavorare e preservare impiego e stipendio? Sarà sufficiente seguire alcuni semplici passaggi, che andremo a scoprire nelle righe successive, per approfittare della situazione e godersi qualche ora in più di sonno… retribuito.
Se fuori piove, è legale non presentarsi in ufficio: ecco come fare
A sostegno di quanto asserito finora, riportiamo ciò che ha stabilito il Ministero del Lavoro nel 2012, per mezzo dell’interpello numero 15. Parole che tutelano in pieno il lavoratore e lo autorizzano a non presentarsi sul posto di lavoro, qualora il meteo non sia clemente.
Attenzione, però: non bastano due gocce d’acqua per far scattare il diritto a restare a casa. Devono verificarsi eventi atmosferici estremi e il dipendente deve tempestivamente avvisare l’azienda. Quest’ultimo non sarà così obbligato a lavorare, ma il datore potrà non pagare la retribuzione. Anche se il CCNL, in tal senso, potrebbe modificare questa condizione, prevedendo permessi retribuiti in caso di maltempo.
Assenza dal lavoro in caso di pioggia: il parere della Cassazione
La sentenza 6.614 del 4 dicembre 1982 della Corte di Cassazione ha altresì sancito che eventi atmosferici estremi, quindi cause di “forza maggiore“, sono estranee alla volontà del lavoratore. Al tempo stesso, essendo l’impossibilità oggettiva e non imputabile a nessuno, l’azienda può permettersi di non pagare la giornata di non lavoro al suo dipendente.
C’è però più di un modo per non perdere quei soldi e preservare così la propria paga: utilizzare permessi retribuiti per coprire l’assenza, recuperare le ore perse in un altro momento della settimana o ricorrere a eventuali opzioni specifiche contenute all’interno del CCNL.