Piscina comunale chiusa, le società natatorie palermitane chiedono voce
Un accorato appello da parte delle società natatorie palermitane sulla perdurante chiusura della piscina comunale di Palermo
Da 30 giorni manca l’analisi microbiologica delle acque. Risultato: piscina comunale chiusa, atleti fermi. E così le società natatorie palermitane lanciano un accurato appello per non sprofondare nel baratro dell’incertezza, ma anche delle risposte serie da parte dell’amministrazione comunale. Un documento congiunto, all’esito della conferenza stampa in streaming avvenuta stamattina alle 11, cerca di scuotere la macchina burocratica locale. Lo scrivono unitamente le società Aquademia, Cus Palermo, Delfini Blu, Gifa, Igea Palermo, Mimmo Ferrito, Nadir, Now Team, Nuotatori Palermo, Olympia Palermo, Palermo 90, Rari Nantes Palermo, TeLiMar e Waterpolo Palermo.
Antonio Coglitore, delegato palermitano della FIN, ha trattato virtualmente la passione che stanno vivendo le associazioni sportive che gravitano all’interno della piscina comunale. Un racconto riassunto nel comunicato comune.
“In un momento storico drammatico per il Paese, molte associazioni sportive palermitane rischiano la chiusura per futili ed incomprensibili motivi. L’ultimo DPCM, infatti, consente agli atleti con campionati e manifestazioni di interesse nazionale, di svolgere gli allenamenti e gli incontri agonistici ufficiali di rilevanza nazionale, anche se a porte chiuse.
A Palermo però, a prescindere dal Covid, l’unico impianto natatorio comunale, la piscina di viale del Fante, che ospita nuotatori e pallanuotisti – anche paralimpici – ma anche sincronette appartenenti a campionati nazionali di diversi livelli, resta chiuso. Una situazione che va avanti da più di un mese.
La causa della chiusura
Un mancato controllo delle acque rappresenta la causa della chiusura. Di norma effettuato una volta al mese. La Guardia di Finanza, a seguito di ispezione, ha multato e chiuso la struttura lo scorso 21 ottobre. “Da allora, rifiutando l’offerta delle società sportive palermitane di fare effettuare in breve tempo da un laboratorio specializzato ‘accreditato’ le analisi microbiologiche richieste, il Comune di Palermo non è stato in grado di risolvere il problema, tra gare d’appalto, lungaggini burocratiche e rimpallarsi di responsabilità“.
Col risultato che, a fronte di una spesa di circa 400 euro, l’impianto perde migliaia di euro al giorno di mancati incassi. E i circa 700 atleti delle varie discipline sono costretti ad emigrare nei pochi e costosi impianti natatori presenti in città.
“Purtroppo il caso in questione non è una novità, ed è la testimonianza di una mancanza di programmazione che tuteli l’interesse degli atleti palermitani e dei cittadini fruitori dell’impianto, da un lato, e la sostenibilità economica dall’altro”. Un lungo elenco di manutenzioni straordinarie non effettuate negli anni va aggiunto all’inerzia del sistema, rendendo la piscina comunale l’impianto più bello e trascurato d’Italia.
Allarme occupazione
C’è chiaramente l’allarme occupazione attivato dalle società. “Le associazioni sportive cittadine, il cui futuro è messo in seria discussione dalla pandemia in corso, danno lavoro a centinaia di persone, tra tecnici, collaboratori e atleti, e non meritano una gestione così disattenta della piscina, proprio in un momento nel quale viene garantito, a livello nazionale, perfino nelle zone rosse, il diritto allo sport“.
Chiediamo a gran voce che Palermo abbia una piscina funzionante tutti i giorni dell’anno, che non faccia la fine di altre strutture sportive cittadine, ridotte oggi a monumenti all’incuria e al degrado. In assenza di pronti riscontri dovremo per forza di cose valutare eventuali azioni a tutela degli interessi del mondo sportivo palermitano“.
Nelle fasi finali della conferenza, lo stesso Coglitore legge in diretta, con sconforto, un breve dialogo appena giunto su WhatsApp. Il tema è quello dei prelievi e le analisi dei campioni delle acque. “Prelievi appena fatti, forse l’esito ci sarà mercoledì ma, anche in presenza di un esito confortante, non sarà sufficiente per aprire la vasca”. Poche parole. La riapertura della piscina comunale non sembra così vicina.