Addio alla plastica monouso: dalle cannucce alle posate, ecco i prodotti vietati

L’Italia si unisce ai Paesi dell’Unione Europea che mettono in atto la direttiva antiplastica Sup, Single use plastic. Il divieto entra in vigore a partire da oggi, 14 gennaio

plastica

Entra ufficialmente in vigore oggi, 14 gennaio, la legge che vieta l’uso della plastica monouso, non biodegradabile e non compostabile. L’iniziativa Green, con lo scopo di arginare l’inquinamento causato dalla plastica usa e getta, mette il bollino rosso su una serie di prodotti che, a partire da oggi, sono dunque vietati.

Tra questi, piatti e posate di plastica usa e getta, sostituiti da quelli composti al 100% da plastica biodegradabile e da quelli in plastica lavabile. Appuntamento al 2023, inoltre, con la plastic tax, l’imposta sui manufatti di plastica con l’obiettivo di scoraggiare l’uso del materiale da parte delle aziende. La tassazione era già slittata a causa dell’emergenza pandemica e della necessità di non aumentare la pressione economica sulle aziende.

Plastica monouso: i prodotti vietati

In particolare, i prodotti vietati dalla legge sono i seguenti: posate (forchette, coltelli, cucchiai, bacchette), piatti, cannucce, tranne quando rientrano nell’ambito di applicazione della direttiva 90/385/CEE o della direttiva 93/42/CEE); bastoncini cotonati (tranne quando  rientrano  nell’ambito  di applicazione  della  direttiva  90/385/CEE  del  Consiglio  o   della direttiva 93/42/CEE del Consiglio); agitatori per bevande, aste  da  attaccare  a  sostegno  dei  palloncini,  tranne  quelli per  uso  industriale  o   usi   e   applicazioni professionali che non sono distribuiti  ai  consumatori,  e  relativi meccanismi. Vietata, inoltre, la vendita di contenitori e altri articoli in polistirene espanso e di alcuni attrezzi da pesca contenenti plastica.

Il divieto non si applica ai prodotti biodegradabili e compostabili con percentuali di materia prima rinnovabile uguali o superiori al 40% e, dal 1° gennaio 2024, superiori almeno al 60%, come indicato dall’art. 5 del decreto legislativo 196/2021 che attua la direttiva Ue 2019/904.

Un cambiamento graduale

L’Italia, dunque, si unisce ai Paesi dell’Unione Europea che mettono in atto la direttiva antiplastica Sup, Single use plastic. La nazione dice addio a prodotti che si stima costituiscano il 50% circa dei rifiuti dispersi sulle spiagge europee.  

Il decreto precisa che le misure “sono volte a prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e in particolare sulla salute  umana; nonché a promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi e sostenibili, contribuendo in tal modo alla riduzione della produzione di rifiuti, al corretto funzionamento del mercato e promuovendo comportamenti responsabili rispetto alla corretta gestione dei rifiuti in plastica”.

Il cambiamento nei consumi sarà però graduale. Le scorte dei prodotti, infatti, potranno essere smaltite dai venditori in grado di dimostrare l’immissione sul mercato in data antecedente a oggi. Per i trasgressori sono previste, infine, multe da 2.500 a 25.000 euro.

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