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Polemica per il bacio che il Principe dà a Biancaneve: non è consensuale

Nel fine settimana, dopo la lunga chiusura della pandemia, in California Disneyland ha riaperto i battenti. Ma il ritorno delle attrazioni turistiche del parco a tema della casa di Topolino ha scatenato polemiche. È un bacio non consensuale che crea scalpore. Infatti nel parco c’è una sezione dedicata a Biancaneve e il bacio contestato è quello che il principe le dà per riportarla in vita dopo il morso malefico della mela avvelenata datale dalla strega.

“È UN BACIO RUBATO, NON CONSENSUALE”

Nel rinnovare una delle sue giostre originali, Snow White’s Scary Adventure, appunto quella dedicata a Biancaneve, Disneyland ha scelto di adottare come finale della corsa quello stesso del classico film d’animazione. Ovvero il “bacio dell’eterno amore” che il Principe dà a Biancaneve mentre dorme. Questo non è piaciuto a due giornaliste del “San Francisco Gate che hanno recensito la giostra. «Biancaneve dorme e dunque il bacio non è stato consensuale. Non può essere un bacio di vero amore se solo una persona sa che sta succedendo», hanno scritto sull’edizione digitale del giornale, sull’onda del politicamente corretto. «Non siamo già tutti d’accordo ─ hanno aggiunto ─ che quello del consenso nei primi film della Disney è un aspetto problematico? E che insegnare ai bambini che baciare un’altra persona, se entrambe non sono d’accordo, non va bene?»

PER I CLASSICI DI DISNEY NON È LA PRIMA POLEMICA

La bufera su Biancaneve si aggiunge d’altra parte a una serie di polemiche che di recente hanno investito classici di Disney. L’anno scorso il canale in streaming Disney ha aggiornato le avvertenze per cartoni come “Dumbo”, “Peter Pan” e “Gli Aristogatti”. Per sensibilizzare grandi e piccini, dopo le polemiche che si erano scatenate, a potenziali contenuti razzisti che passavano inosservati nell’America degli anni Quaranta e Cinquanta. Ma che, alla luce delle tensioni sociali del mondo contemporaneo, c’è scritto nelle avvertenze, sono diventati non solo obsoleti, ma offensivi e inaccettabili.

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Pippo Maniscalco