Polemiche sugli assistenti civici già chiamati «guardiani dello spritz»

Dall’opposizione e dalla maggioranza arrivano polemiche sul bando per reclutare i 60.000 “assistenti civici”, che il governo intende mettere a disposizione dei Comuni

In queste ore è uscita la notizia che il ministero degli Affari regionali ha annunciato un bando per reclutare 60.000 “assistenti civici”. Il governo intende metterli a disposizione dei Comuni per gestire gli ingressi negli spazi pubblici, facendo rispettare il distanziamento sociale. Già stamattina abbiamo riportato il parere negativo dell’ex ministro Carlo Calenda e del sindaco di Palermo  Leoluca Orlando, ma altre critiche e dubbi sulla reale utilità di una tale misura stanno fioccando dal mondo politico. Sia dall’opposizione che dall’interno della maggioranza.

GUARDIANI DELLO SPRITZ

Le critiche accomunano esponenti politici di diversa collocazione, e si sprecano le definizioni che di volta in volta parlano di “deriva autoritaria”, di “guardia civica, di “ronde” fino a “guardiani dllo spritz”. L’idea che si sta diffondendo è che il governo, dopo avere tenuto per mesi i cittadini tappati in casa terrorizzandoli, adesso che sta concedendo un po’ di libertà, chiede obbedienza, minacciandoli di richiudere tutto. E per controllare se si comportano bene, vuole affidare questo compito ad una fetta di cittadinanza talmente impreparata che non si può prevedere che uso farà di  questo “potere”, ed anche quali reazioni potrà suscitare la presenza di tali “controllori”.

MATTEO ORFINI DEL PD, CON L’APPROVAZIONE DI RENZI

Su Facebook il deputato Pd Matteo Orfini ha scritto: «Se apri i locali nei luoghi dove ci sono i locali le persone ci vanno. Se non vuoi che ci vadano o vuoi che ci vadano in numero limitato, organizzi prima afflusso, modalità e controlli. Non servono assistenti civici. Servono ministri che facciano i ministri e amministratori che facciano gli amministratori». Su Twitter Matteo Renzi, rilanciando questo post, si dice d’accordo: «Come spesso accade la penso come Matteo @Orfini», seguito dall’hastag #assistenticivici.

ACHILLE SERRA, EX QUESTORE, PREFETTO E POLITICO

Anche Achille Serra, ex questore, prefetto e politico, a proposito degli assistenti civici esprime seri dubbi, sintetizzandoli così: «Le “guardie civiche” incaricate, tra le altre cose, di controllare la movida, sarebbero dilettanti allo sbaraglio, privi di ogni esperienza, a rischio di un “vaffa” o di legnate. Si mettono queste persone a repentaglio. Non avrebbero nessun potere. Hanno una casacca addosso, vanno in mezzo alla movida di ragazzi pieni di birra e, se gli va bene, si pigliano qualche cattiva parola, se gli va male pure le botte».

GIORGIO MULÈ, FORZA ITALIA

Dalle parti dell’opposizione, il portavoce di Forza Italia Giorgio Mulé bolla il provvedimento come “ennesima pagliacciata” del governo. «Ci mancavano gli “ausiliari del Covid” – dice Mulè -, la goffa Guardia civica composta da assistenti civici reclutati tra cassa integrati e percettori del reddito di cittadinanza ai quali verrà richiesto di effettuare controlli anti contagio e di “dimostrare senso civico”. Chiamiamo le cose con il loro nome: è l’ennesima pagliacciata di un governo che ritarda il futuro e insegue il presente».

GIORGIA MELONI, FRATELLI D’ITALIA

Anche la la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni disapprova il provvedimento, e parla addirittura di “deriva autoritaria” del governo: «Cos’è – si domanda – la versione grillo-piddina dei guardiani della rivoluzione? Credo veramente che si stia esagerando. La deriva autoritaria alla quale stiamo assistendo sta assumendo contorni grotteschi ma non per questo meno pericolosa di ogni altra deriva liberticida. Al governo consiglio di non tirare troppo la corda perché gli italiani sono stanchi e arrabbiati».