Arte, mito e territorio si intrecciano nell’opera “Poliedrica”, un tributo alla figura eccezionale di Topazia Alliata, una donna dalle molteplici passioni e una delle pioniere della cultura artistica in Italia. Il trittico, creato dall’artista Arrigo Musti, è stato inaugurato nella moderna sede delle Cantine Duca di Salaparuta a Casteldaccia, dove è stato realizzato e installato sotto la supervisione di Roberto Magnisi.
Composta da tre pannelli in alluminio (ciascuno di 133 x 325 x 7 cm), l’opera è dipinta con smalti e vernici e rappresenta un viaggio visivo nella complessità della vita e della personalità di Topazia. Figlia di Duca Enrico Alliata, moglie di Fosco Maraini e madre di Dacia, Toni e Yuki Maraini, Topazia Alliata ha incarnato l’essenza di una donna rivoluzionaria, resiliente e appassionata promotrice dell’arte e della cultura, caratteristiche che l’hanno resa un simbolo di emancipazione e modernità. Un omaggio alla personalità di questa artista e imprenditrice coraggiosa e visionaria, ambasciatrice di una Sicilia in movimento, dinamica e aperta al mondo, che ha guidato l’Azienda fino al 1961.
Il titolo “Poliedrica” richiama il termine greco polyedros, che significa “molte facce”. Questa scelta enfatizza l’eclettismo di Topazia, le cui esperienze di vita sono state rappresentate da Arrigo Musti attraverso tre figure mitologiche: una Baccante, Demetra e Artemide.
La Baccante, raffigurata nel pannello di sinistra, rappresenta la giovinezza ribelle e anticonformista di Topazia. La tonalità rosa acceso dello sfondo richiama la passione e l’audacia con cui sfidava gli stereotipi del suo tempo.
Demetra, Dea dell’agricoltura e della famiglia, posta al centro, incarna la maturità e il senso di responsabilità familiare e sociale. L’evoluzione cromatica evolve verso il verde corallo dello sfondo che evoca la dedizione di Topazia alla sua terra d’origine e la resilienza dimostrata durante i momenti più difficili, come l’ingiusta prigionia in Giappone.
Artemide, Dea della caccia e della natura, nella sezione destra del trittico, simboleggia infine l’autonomia e la forza della maturità. Il blu vibrante che fa da sfondo alla silhouette di Artemide riflette l’introspezione e l’ottimismo verso il futuro, tipici di Topazia anche nella sua età più avanzata, quando si affermò come mecenate e sostenitrice di giovani artisti.
Il trittico di Arrigo Musti però va oltre la semplice rappresentazione biografica e va contemplato come un’immagine unica, metafora dell’intrinseca complessità della protagonista e della condizione umana, invitando lo spettatore a riflettere sulla propria unicità e complessità.
Attraverso il suo stile ImPop, Arrigo Musti utilizza colori intensi e forme evocative per narrare le molteplici anime di Topazia. Il risultato è un’opera che restituisce la vitalità indomita e la sensibilità di una donna capace di superare i confini temporali, rivoluzionaria e tradizionale al tempo stesso.
“Poliedrica” non è solo un omaggio visivo, ma una celebrazione della capacità umana di accogliere le proprie contraddizioni e trasformarle in una forza creativa. Come Topazia, l’opera si fa ponte tra passato e futuro, tradizione e modernità, rendendo omaggio a una figura che continua a ispirare generazioni. Un viaggio tra arte, mito e territorio che riscopre e celebra una delle personalità più affascinanti e anticonformiste del Novecento italiano.
L’opera si inserisce nella filosofia di Duca di Salaparuta, che, sotto la guida di Roberto Magnisi, pone al centro della propria missione il legame tra uomo, territorio e cultura. Bagheria e il suo hinterland sono stati per tutto lo scorso novecento “terra fertile e d’ispirazione” per l’arte nelle sue espressioni più diverse: dalla pittura di Renato Guttuso alla fotografia di Mimmo Pintacuda, la poesia di Ignazio Buttitta e l’arte cinematografica di Giuseppe Tornatore.
Sulla scia di questa vocazione – richiamando il concetto di terroir enoculturale inaugurato per i 200 anni di Duca di Salaparuta nel 2024 – l’Azienda ha inteso – con l’opera – completare il primo circuito culturale che vede coinvolti, oltre alla Cantina di Casteldaccia, anche il Museo Guttuso di Villa Cattolica a Bagheria e – per i 50 anni dalla realizzazione – la Vucciria, nella nuova esposizione allestita presso lo Steri di Palermo, dal Sistema museale dell’Ateneo di Palermo. Non è un caso che il tributo a Topazia si svolga nella sede di un’Azienda vitivinicola, luogo simbolo della tradizione familiare della protagonista e della sua visione del mondo: armonizzare il passato con l’innovazione, la tradizione con l’arte, affermare la propria identità e rifletterne la potenza evocatrice.
Il rapporto tra vino ed arte si traduce ancora una volta in etichetta per Duca di Salaparuta. L’opera di Arrigo Musti, omaggio a Topazia Alliata, infatti, porta la sua intensa personalità sulla bottiglia vestendo con i suoi colori il vino da lei creato nel 1959: Colomba Platino. Elegante, moderno, iconico: il primo Colomba Platino nasce da uve Insolia e, a partire dalla vendemmia 2019, viene affiancato da Colomba Platino Nero d’Avola. Il trittico si completa oggi, nel 2025, con il nuovissimo Colomba Platino Rosa, un vino rosato da sole uve Frappato, e con una nuova veste grafica che, attraverso le tre figure di “Poliedrica”, racconta in ognuna delle tre etichette una diversa sfaccettatura di Topazia.