Ponte sullo Stretto, ok da tecnici del Ministero: no a ipotesi tunnel

L’intenzione è quella di fare delle aree urbane di Messina e Reggio Calabria un’unica conurbazione da 800.000 abitanti.

stretto di messina

Il gruppo di lavoro tecnico, avviato dal precedente governo e promosso dall’allora ministro Paola De Micheli, ha dato il suo parere positivo circa gli eventuali sviluppi del progetto del sistema di attraversamento stabile dello Stretto. E lo ha fatto presentando una relazione sul Ponte sullo Stretto di 158 pagine.

IL DOCUMENTO

Nel documento, trasmesso ieri dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilita’ Sostenibili, Enrico Giovannini, ai presidenti del Senato e della Camera, si legge. “Profonde motivazioni” per realizzare un sistema di attraversamento stabile dello Stretto di Messina, anche in presenza del “previsto potenziamento/riqualificazione dei collegamenti marittimi (collegamento dinamico)”. Sconsigliati i tunnel, sia in alveo che subalveo, e confronto su ponte a campata unica e a più campate.

COME UNIRE MESSINA E REGGIO CALABRIA

Secondo i tecnici, un collegamento stabile dello Stretto,consentirebbe di “aumentare notevolmente l’integrazione delle due città metropolitane di Reggio Calabria e Messina. Centri urbani che già oggi esprimono circa il 30% della domanda di attraversamenti dello Stretto. Un’unica area metropolitana integrata dello Stretto, con i suoi circa 800 mila abitanti, costituirebbe – si legge nella relazione – un acceleratore di sviluppo più che proporzionale alla dimensione demografica”.

LE POSSIBILI SOLUZIONI

Analizzate nel documento quattro possibili soluzioni: il ponte sullo stretto a campata unica, quello a piu’ campate, il tunnel in alveo e quello subalveo. Il progetto del ponte a campata unica di 3.300 metri, risalente al 2011, secondo i tecnici, “andrebbe comunque adeguato ai risultati di nuove indagini, alle nuove normative tecniche per le costruzioni e alle più recenti specifiche tecniche di interoperabilità inerenti al sottosistema infrastruttura e sicurezza delle gallerie ferroviarie”.

L'Onaruto Bridge in Giappone potrebbe servire da modello
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PRO E CONTRO

Un aspetto sfavorevole di questa soluzione, per il gruppo di lavoro, è il “vincolo della sua ubicazione nel punto di minima distanza fra Sicilia e Calabria” che “allontana l’attraversamento dai baricentri delle aree metropolitane di Messina e Reggio Calabria”. A un “notevole impatto visivo” e alla “vicinanza di zone sensibili sotto il profilo naturalistico”, fanno riscontro una “ridotta sensibilità sismica dell’impalcato e nessun impatto
sulla navigazione”.

PONTE A PIU’ CAMPATE SOLUZIONE MIGLIORE

Il ponte a più campate, invece, “consentirebbe di localizzare il collegamento in posizione piu’ prossima ai centri abitanti di Messina e Reggio Calabria, con conseguente minore estensione – si legge nella relazione – dei raccordi multimodali, un minore impatto visivo, una minore sensibilità agli effetti del vento, costi presumibilmente inferiori e maggiore distanza dalle aree naturalistiche pregiate”. Tuttavia, “andrebbero approfonditi i temi relativi alla risposta delle pile in acqua rispetto ad eventi sismici e alle forti e variabili correnti marine”.