“Sono un grande fautore del ponte di Messina che ho ribattezzato da tanti anni ponte del Mediterraneo”. Esordisce così uno dei progettisti dell’opera, Enzo Siviero, all’incontro organizzato dal Rotary Club Palermo Baia dei Fenici dal titolo “Il ponte di Messina: una grande sfida tecnica e tecnologica”. Presente anche l’assessore regionale alle infrastrutture Alessandro Aricò: “È un tema che può dividere ma il ponte sullo Stretto ormai è una realtà, si dovrà fare – ha dichiarato – questa è una delle certezze che abbiamo: per noi il ponte è una priorità, non soltanto per la Sicilia ma per l’intera Italia. È un simbolo della rinascita del Mezzogiorno”.
L’incontro si è svolto presso il San Paolo Palace Hotel di Palermo ed è stato organizzato con la partecipazione dei club Rotary di Palermo Nord, Palermo Agorà, Piana degli Albanesi Hora e Arbereshevet, Palermo Montepellegrino, e patrocinato dalla Presidenza della Regione Siciliana e dagli ordini professionali degli Architetti, Geologi ed Ingegneri.
“L’organizzazione di questo convegno – spiega il presidente del Rotary Club Palermo Baia dei Fenici, Sebastiano Bonventre – parte dalla volontà di approfondire gli aspetti tecnici e tecnologici di questa opera, da qui il coinvolgimento dell’ingegnere Siviero. Il Rotary non si occupa e non fa politica, ma è questa una delle occasioni per chiedere anche all’attuale governo regionale quali siano le prospettive per favorire le altre infrastrutture che servono al ponte”.
L’incontro ha riunito molti esperti del settore. Occasione di confronto e approfondimento partendo dalla relazione dell’ingegnere e architetto padovano che ha dedicato gran parte della sua carriera alla progettazione di ponti da sempre.
“Da un punto di vista tecnico – ha spiegato Siviero, rettore anche dell’Università Telematica eCampus – si tratta di un’opera unica al mondo, mai sperimentata prima, che però è assolutamente sotto controllo perché è un ponte di 3mila e 300 metri di luce che non si è mai realizzato però si stanno realizzando decine e decine di ponti con l’impalcato, si chiama Messina Type, che è stato testato dal vento quindi la possibilità di realizzare un’opera di questo tipo è perché c’è un impalcato molto particolare, un impalcato alare”.
“La cosa che conta di più – ha sottolineato – tuttavia non è il fatto che sia un record, ma che sarà un’attrazione straordinaria, un’attrazione turistica incredibile che si andrà ad aggiungere alle ricadute territoriali. Dal punto di vista socio-economico avremo poi decine e decine di migliaia di posti di lavoro non solamente negli 8/9 anni di lavori ma anche negli anni successivi perché noi dobbiamo avere la capacità di sognare, di avere quella visione che purtroppo è mancata negli ultimi anni al nostro Paese”.
Un’opera colossale quindi per Siviero “che cambierà – conclude – completamente i connotati ampiamente in positivo dello Stretto e ne farà la metropoli dello stesso. Importanti saranno le opere complementari: 20 km di strade, gallerie, viadotti, 20 km di ferrovie, la metropolitana di superficie, lo spostamento della stazione ferroviaria, la sistemazione del waterfront, solo per citarne alcune. Si tratta insomma finalmente di una messa in sicurezza oltre che ridare qualità adeguata alla storia della Sicilia e della Calabria”. E dopo il Ponte di Messina Siviero auspica ad un ponte tra la Tunisia e la Sicilia: “Il ponte non collega solamente luoghi ma persone”.