Sequestrati oltre 41.000 capi d’abbigliamento al porto di Palermo. Gli indumenti erano stipati in un semirimorchio proveniente da Tunisi e destinati a due importatori, uno con sede nell’ambito del capoluogo siciliano e l’altro nel Novarese. A mettere a segno l’operazione i Finanzieri del 1° Nucleo Operativo Metropolitano e i funzionari del locale Ufficio delle Dogane. Il tutto nell’ambito delle operazioni di controllo assicurate sulle merci in importazione nel territorio dello Stato, all’esito di mirate attività di analisi dei profili di rischio sul complesso del flusso merci in transito dallo scalo portuale del capoluogo siciliano.
Le suddette operazioni di analisi e il preliminare controllo documentale del complessivo carico suscitavano sospetti circa l’effettiva qualità e quantità merceologica dei prodotti in esame. Si è quindi proceduto a una più accurata ricognizione fisica del semirimorchio.
L’ispezione ha permesso così di scoprire la tentata introduzione nel territorio dello Stato, in contrabbando, di oltre 41.000 capi d’abbigliamento. Questi sono stati sottoposti a sequestro preventivo, ex art. 321 c.p.p. Deferiti, inoltre, all’A.G. inquirente i rappresentanti legali delle suddette società importatrici per la commissione del reato di contrabbando, aggravato dalla falsità delle indicazioni preliminarmente apposte dagli stessi sui previsti documenti doganali.
Tali capi d’abbigliamento, sottratti al pagamento dei previsti diritti doganali pari a circa 30mila euro, immessi in commercio avrebbero fruttato complessivamente circa 400.000 euro.
Si evidenzia che l’operazione in argomento è stata finalizzata nella fase delle indagini preliminari. Pertanto, in attesa di giudizio definitivo, sussiste la presunzione di innocenza.