Positivo l’incontro di Putin con Scholz: la Russia inizia il ritiro
Il pericoloso impasse potrebbe essere stato sbloccato dall’incontro del cancelliere tedesco Olaf Scholz con il capo del Cremlino Vladimir Putin
Il bilaterale tra il leader tedesco Scholz e e quello russo Putin sembra aver sbloccato un’impasse che, con il passare dei giorni e con continui scambi di accuse, sembrava destinata a una drammatica soluzione. È stato proprio Scholz a dichiarare, al fianco del capo del Cremlino, che la sicurezza dell’Europa “non può essere costruita contro la Russia. Ma in cooperazione con la Russia”, respingendo così le posizioni oltranziste assunte in particolar modo dagli Stati uniti e dalla Gran Bretagna. Parole che gli sono valse l’appoggio di Putin. Il capo del Cremlino ha detto che ha ritrovato nelle sue parole la volontà di lavorare per “un’ulteriore cooperazione benefica e pragmatica” fra Russia e Germania. Inoltre Putin ha aggiunto che le riposte di Usa e Nato alle richieste di sicurezza, contengono “elementi” su cui la Russia “è pronta a lavorare”.
IL RITIRO DI UNA PARTE DELLE TRUPPE
Già ieri il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov, come riportato dall’agenzia russa Tass, aveva affermato che gli Usa e la Nato hanno dato una risposta “positiva” ad “alcune delle iniziative” russe “sulla sicurezza”. Un segnale positivo, , considerando che che erano state “respinte per lungo tempo”. E Mosca ha compiuto un primo passo verso la de-escalation. Ha annunciato il ritiro di una parte delle truppe schierate al confine con l’Ucraina, visto che queste hanno terminato le esercitazioni militari nell’area. Comunque Vladimir Putin, al termine dell’incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz, ha chiesto un segnale chiaro da parte della Nato. «Non accetteremo mai l’allargamento della Nato fino ai nostri confini», ha dichiarato nel corso della conferenza stampa congiunta. Ed ha aggiunto che «è una minaccia che noi percepiamo chiaramente». E che «le risposte dell’Alleanza sulla sicurezza finora non soddisfano le nostre richieste, ma ci sono dei “ragionamenti” che possono essere portati avanti»