Positivo un parroco contrario al vaccino: messe sospese e tamponi ai fedeli

Il parroco pochi giorni fa aveva dovuto ammettere di essere contro la vaccinazione. Doveva farsi un tampone ogni 48 ore

A Partinico nelle scorse settimane ha tenuto banco una polemica che ha visto protagonista un sacerdote, don Francesco Amante, parroco della chiesa di San Gioacchino. Il religioso pochi giorni fa era stato costretto ad uscire allo scoperto, ed ammettere di non essere vaccinato contro il coronavirus. E di non avere intenzione di farlo. Ha dovuto farlo per dare una risposta alle tante voci che circolavano attorno alla sua scelta. «Rispetto quel che dicono il papa e l’arcivescovo di Monreale, ma io resto della mia ide e non mi vaccino», aveva detto il religioso, l’unico tra i parroci di Partinico che aveva deciso di non vaccinarsi contro il coronavirus. Specificando, anche: «Non appartengo a nessuna “categoria”. Non sono no-vax. Le ragioni di non vaccinarmi sono solo mie e basta. Non devo giustificarmi con nessuno che non siano le persone a me più care e più vicine».

HA SCOPERTO DI ESSERE POSITIVO DOPO UN TAMPONE

Dopo la sua ammissione pubblica, per svolgere le varie funzioni in parrocchia, d’accordo con l’arcivescovo di Monreale, si è dovuto sottoporre ad un tampone ogni 48 ore. È stato così che ha scoperto di essere positivo. Comunque Don Amante, a quanto pare, non sta male. Ha avuto qualche linea di febbre, ma è in buona salute. Nel frattempo sono state avviate tutte le indispensabili attività per ricostruire i contatti che il sacerdote ha avuto negli ultimi giorni. Dai tamponi effettuati fino ad ora non sarebbero stato riscontrati positivi. Dovrebbe così essere scongiurata qualsiasi catena di contagio, considerando che decine di persone frequentano giornalmente la parrocchia.

SOSPESE TUTTE LE FUNZIONI

A causa dell’assenza del parroco, nella chiesa di San Gioacchino a Partinico, per due settimane nei giorni feriali non si terranno funzioni. Nei pre-festivi e festivi saranno svolte dal viceparroco della chiesa del Santissimo Salvatore, Amos Kisusi, e dal vicario generale dell’arcidiocesi di Monreale Antonino Dolce.