Pratiche bloccate in assessorato, sindacati in commissione Ambiente all’Ars

I rappresentanti delle sigle sindacali delsettore edile Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil di snellire le troppe pratiche bloccate alla Regione

In commissione Ambiente all’Ars si è tenuta un’audizione dopo la richiesta, avanzata dai rappresentanti delle sigle sindacali delsettore edile Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil di snellire le troppe pratiche bloccate alla Regione, in assessorato Ambiente e Territorio.

«Ci auguriamo tempi certi su disegno di legge e su pareri della commissione tecnica scientifica. Siamo soddisfatti dell’esito dell’audizione» dicono in un nota congiunta, il segretario regionale della Filca Cisl Sicilia, Paolo D’Anca e quello provinciale Palermo-Trapani, Francesco Danese, che hanno partecipato oggi all’audizione, dove erano presenti, anche l’assessore regionale alle Attività Produttive, Mimmo Turano, la presidente della Commissione, Giusy Savarino, il capogruppo del PD, Giuseppe Lupo e il deputato Anthony Barbagallo, componente della Commissione.

«Abbiamo apprezzato – aggiunge la nota – che l’assessorato abbia preso l’impegno di snellire la macchina burocratica, prevedendo un disegno di legge ad hoc e tempi certi per i pareri della commissione tecnico-scientifica, oltre all’implementamento delle sottocommissioni per smistare meglio le pratiche. Ci auguriamo adesso che la politica si assuma la responsabilità e l’onere di non deludere le aspettative per far fronte alla preoccupazione dei lavoratori e delle imprese, che vedono la sorte della propria attività legata ad autorizzazioni che sono arenate nella palude della farraginosa macchina burocratica, impedendo la programmazione dell’attività degli investimenti. Tali attività di impresa – precisano – occupano migliaia di lavoratori che potrebbero da un giorno all’altro perdere il proprio posto di lavoro. La lentezza burocratica si riscontra soprattutto nei settori che riguardano edilizia-lapideo-calce–gesso e legno. E questo non è più tollerabile perché così si blocca qualsiasi prospettiva di sviluppo oltre agli investimenti nell’isola»