Gli inquirenti lo hanno definito il “nastro nascente di Cosa Nostra”, maturando attorno al suo omicidio l’inchiesta che ha portato questa mattina all’arresto di 8 persone dei clan di Brancaccio, Sperone, Roccella e Corso dei Mille.
Scommesse ed estorsioni
Le dinamiche dell’agguato che ha portato all’uccisione di Romano e al ferimento dell’amico 28enne Alessio Caruso, assumono sempre più contorni nitidi. Un giro di affari tra potere, scommesse clandestine, droga ed estorsioni che coinvolgerebbero hotel, officine meccaniche e persino il venditore ambulante dello street food.
“Noi siamo contro lo Stato”
“Noi abbiamo degli ideali dentro, che non facciamo morire mai – così diceva Romano, come riportato da La Repubblica – e noi preghiamo il Signore che certe cose non finiranno mai… noi siamo contro lo Stato, siamo contro la polizia”.
Una nuova possibile guerra di mafia e tanti ancora i dettagli da chiarire, ma torna sempre un’unica costante. Quel paradosso tra gli ideali di Cosa Nostra e le preghiere rivolte ad un Dio nel chiedergli di proteggerli.
Nove arresti a Brancaccio, i nomi
Nello specifico la custodia cautelare in carcere è stata disposta per Alessio Salvo Caruso, il 28enne attualmente in carcere perché rimasto ferito nella sparatoria in cui ha perso la vita Giancarlo Romano; Giuseppe Arduino, 54 anni; Giuseppe Chiarello, 48 anni; Damiano Corrao, detto “kiss kiss”, 62 anni; Francesco Farina, 70 anni; Sebastiano Giordano, 63 anni; Antonio Mazzè, 57 anni; Settimo Turturella, 53 anni; Vincenzo Vella, 58 anni. Tra i destinatari del provvedimento c’era anche lo stesso Romano.