Premio Beato Padre Pino Puglisi al campione olimpico Luigi Busà

Il sipario si aprirà il 5 dicembre con l’inno di Mameli suonato magistralmente dalla Fanfara dei Carabinieri

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Alle porte la 16^ edizione del Premio Internazionale Beato Padre Pino Puglisi che quest’anno avrà luogo al Teatro Politeama di Palermo, il prossimo 5 dicembre 2021 alle ore 21.00. A condurre la serata saranno Roberto Gueli ed Eliana Chiavetta e con la Direzione Artistica di Francesco Panasci.

IL RUOLO DELL’ARMA DEI CARABINIERI

Ruolo importante, quest’anno, avrà l’arma dei Carabinieri che ha ricevuto il titolo “dedicato al dialogo tra i popoli e alla collaborazione internazionale ricordando l’Ambasciatore Luca Attanasio e il Carabiniere Vittorio Iacovacci”. E non solo.

LUIGI BUSA’

Tra i premiati c’è l’atleta medaglia d’oro nel karate categoria -75 kg del kumitè maschile ai Giochi Olimpici di Tokyo, Luigi Busà. Il carabiniere di Avola, provincia di Siracusa, ha battuto Rafael Aghayev per 1-0 l’azero.

L’appuntato Luigi Busà, ex forestale, è transitato nell’arma nel primo gennaio 2017 come da transizione da forestali all’arma. Busà è già una leggenda mondiale della specialità. Due volte campione del mondo e cinque volte campione europeo, ha vinto nella patria del karate. «Se riuscirò ad esprimere il mio karate, divertendomi, non ce ne sarà per nessuno», aveva detto prima della finale. Ma non è stata una carriera facile quella di Luigi Busà: «Ero un ragazzo obeso, pesavo 94 chili, solo mio padre credeva in me». Per l’Italia quella di Busà è la medaglia numero 37 della spedizione italiana a Tokyo 2020, record nazionale per una singola edizione dei Giochi.

LE PAORLE DEL COMANDANTE CUNEO

“Oltre ad essere un grande campione – dichiara il Comandante Centro Sportivo dei Carabinieri, Colonello Gianni Cuneo – e anche molto stimato per le sue doti umane e per i valori che lo contraddistinguono. Tra questi spicca il suo senso della famiglia e l’attaccamento ai valori propri del contesto familiare che per lui costituiscono una straordinaria risorsa e certamente un punto di riferimento costante in tutto il suo progredire sia come persona che atleta. Il campione – conclude il comandante – ha sposato il suo lavoro e l’Arma dei Carabinieri con lo stessa amore che pone alla famiglia”.