Fra Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni potrebbe arrivare già domani una possibile ricucitura. È molto probabile che il leader di Forza Italia, alla fine, dia ascolto a coloro che stanno provando a spingerlo per trovare con la leader di Fratelli d’Italia un accordo «il meno doloroso possibile». Si stanno prodigando i consiglieri più vicini al Cavaliere, con in testa l’ex sottosegretario Gianni Letta e l’amico di sempre Fedele Confalonieri. I retroscena pubblicato dal Corriere della sera, dicono che fra i “pacificatori” vi siano anche, ma forse soprattutto, i figli di Berlusconi. Pier Silvio e Marina, i presidenti, rispettivamente, di Fininvest e Mondadori. Entrambi sarebbero andati ad Arcore a trovare il loro padre sia dopo i problemi sorti per gli appunti “rubati” al Senato, ma anche prima, durante le trattative. L’avrebbero voluto convincere, soptìrattutto, ad interrompere il clima di guerriglia scoppiato durante e dopo le elezione di La Russa.
Pare, comunque, che già durante le trattative sia stata proprio Giorgia Meloni a cercar un appoggio su Pier Silvio Berlusconi, sentendolo un paio di volte. Lo avrebbe invitato a portare al padre un messaggio di pace, assicurandogli che dietro i “No” che si susseguivano nella scelta dei ministri, non c’erano questioni personali. Ma l’ex premier avrebbe ignorato i consigli ed avrebbe proseguito, arrivando così allo scontro al Senato. Che per lui e Forza Italia è finito male, non avendo potuto frenare, come era nei disegni, l’elezione di Ignazio La Russa alla presidenza. Il tutto farcito dal “vaffa” allo stesso neo presidente di palazzo Madama, e dalle foto degli appunti impetuosamente pubblicate . Tutto ciò ha avuto come conseguenza quel «non sono ricattabile» di Giorgia, che sembrava aver portato il centrodestra a un passo dall’implosione.
Questa situazione avrebbe fatto innervosire molto Marina Berlusconi, che ha incontrato il papà ieri 15 ottobre ad Arcore, e molto irritata gli ha rivolto un invito chiaro e perentorio: «Fermati!». Un intervento dettato probabilmente dagli stessi motivi di natura imprenditoriale e politica che Pier Silvio aveva più volte sollevato nei colloqui inascoltati con suo padre. Marina avrebbe espresso anche il «dolore» nel vedere suo padre trattato come un anziano ormai senza più autonomia decisionale, in barba a tutto ciò che ha fatto ed è stato nella sua lunga storia.