Giovedì 30 gennaio si é costituito COMFAM, Comitato Familiari e Amici
delle Vittime di (presunta) malasanità all’Azienda Ospedaliera Villa
Sofia-Cervello di Palermo. Il Comitato ha lo scopo di offrire supporto e
vicinanza alle persone che si dovessero trovare nella condizione di
perdita di un familiare in quell’ospedale ed evidenziare alla pubblica
opinione il fenomeno e le sue conseguenze sulle persone coinvolte sia
nell’immediato che nel prosieguo quando cessata l’attenzione dei media
si resta soli ad affrontare il problema, talvolta, senza disporre delle
necessarie risorse economiche ed emotive e trovandosi di fronte una
controparte ben attrezzata a schivare qualunque rivendicazione.
Per il primo anno di attività è stato eletto presidente Vincenzo
Palazzolo, anch’esso portatore di un caso dai contorni mai
sufficientemente approfonditi, accaduto oltre cinque anni fa. ”
L’attenzione del Comitato è circoscritta al nosocomio indicato
nell’intestazione – dichiara Palazzolo -. Non siamo emanazione di
nessuna parte politica e non siamo interessati ad allargare la polemica
al sistema sanitario regionale o nazionale ritenendo che ci sono
organismi ben più titolati a fare ciò. Siamo tutti volontari e non
gestiamo nessun tipo di risorsa economica.
Partiamo da un dato di fatto: l’Azienda Ospedaliera Ospedali riuniti
Villa Sofia-Cervello é da alcuni anni in fondo alla classifica per la
qualità dei servizi offerti agli utenti. Non é una nostra affermazione
ma un dato ufficiale. In questi ultimi giorni non c’è una rubrica
televisiva,un giornale o una testata online che non abbia trattato
l’argomento. La narrazione mediatica si può così sintetizzare: sia i
medici che il personale infermieristico sono tutti bravi ma sono pochi,
stressati dai pesanti carichi di lavoro, sottopagati e talvolta
insultati se non malmenati da pazienti e/o familiari irrispettosi e
violenti.
I rimedi proposti: aumento dell’organico, diminuzione del carico
individuale di lavoro, aumento delle retribuzioni, fortificazione
dell’ospedale, installazione di numerose telecamere rivolte all’esterno
per individuare con prove inoppugnabili i facinorosi e aumento delle
pene per i rei.
In questo contesto, noi che abbiamo pagato il prezzo più alto, per la
(presunta) inefficienza di questa struttura, ci facciamo avanti con lo
scopo di prendere parte al dibattito per dare un piccolo contributo,
avanzando qualche ipotesi di soluzione”.