Se la curva dei contagi non si stabilizza a breve, lockdown dal 9 novembre al 15 dicembre
Conte ha definito fantasiose le voci che parlavano di una stretta imminente, ma oggi c’è chi fa scattare il conto alla rovescia per chiusure soft in vigore dal mese prossimo, se la curva dei contagi dovesse impennarsi
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo intervento alla Camera ha detto che nonostante i numeri di contagi e morti a causa del Covid-19 siano in una preoccupante costante crescita, per ora continua a escludere un nuovo giro di vite. Il premier. Anzi ha definito fantasiose le voci che parlavano di lockdown. Però ha spiegato che il governo deciderà altre restrizioni per contenere l’ epidemia solamente «dopo aver valutato gli effetti» del nuovo Dpcm, «nell’arco di almeno due settimane». Di una potenziale stretta ulteriore se ne riparlerà quindi al massimo da lunedì 9 novembre, con durata fino a metà dicembre, con l’obiettivo di salvare le festività natalizie. Ragionevolmente, non è però escluso un anticipo del giro di vite nel caso di un peggioramento repentino della situazione.
LOCKDOWN MENO DURO DI QUELLO DELLA PRIMAVERA SCORSA
In entrambi i casi, l’ ipotesi più accreditata è quella di un lockdown meno duro di quello della scorsa primavera, simile a quello annunciato ieri sera dal presidente francese Emmanuel Macron. Quindi didattica a distanza a cominciare dalle scuole medie, aziende, fabbriche e uffici aperti e negozi chiusi, tranne gli alimentaristi e quelli di prima necessità. Quindi si potrà uscire da casa solo per andare a lavoro, se non si è i smart working, o per portare i bambini ai nidi o alle elementari, per fare la spesa e per ragioni mediche. Quasi certo anche lo stop agli spostamenti oltre i confini comunali e regionali, e lockdown territoriali nelle città più colpite dal virus, Milano e Napoli in primis. Questa eventualità è così probabile che, il ministro Gualtieri avrebbe già individuato le risorse economiche di copertura.
I MINISTRI SPERANZA E FRANCESCHINI, CHE APPARTENGONO ALL’ALA RIGORISTA DEL GOVERNO, VORREBBERO INIZIARE PRIMA DEL 9 NOVEMBRE
L’ obiettivo è quindi quello di ridurre al minimo i contatti tra familiari non conviventi e amici, che generano il 75% dei contagi ed anche fermare gli affollamenti su bus e metro. Da qui l’obbligo di restare a casa, se non per esigenze di lavoro, di salute e per portare i bimbi al nido o alle elementari: soluzione indispensabile questa per permettere ai genitori lo smart working. Occorre tenere presente che questa stretta, se dipendesse dal ministro della Salute Roberto Speranza e da Dario Franceschini, esponenti dell’ala rigorista del governo, dovrebbe essere introdotta ben prima del 9 novembre.