La stessa privacy che ha affossato “Immuni”, messa in un angolo da 150 euro

Poco interesse per “Immuni, tanto per l’applicazione “Io” , indispensabile per ottenere il rimborso del 10% delle spese natalizie

L’applicazione “Immuni”, lo strumento di tracciamento che, almeno nella mente di chi l’aveva partorito, avrebbe dovuto proteggerci dalla seconda ondata del contagio alla fine si è rivelata un flop. Per riuscire a garantire il tracciamento dei contagi avrebbero dovuto scaricarla il sessanta per cento degli italiani. Invece la stragrande maggioranza se ne sono è guardata dal farlo. Il risultato è stato che sei mesi, solo in 10 milioni sono stati disponibili ad ospitare nel cellulare l’icona con l’omino. Il resto della popolazione invece niente. Gridando: «Io dove vado e con chi sto, a chi ci controlla non lo faccio sapere nemmeno sotto tortura». La privacy non si tocca: questo era l’orgogliosa rivendicazione dei “paladini della Riservatezza” contro i servizi segreti del Covid.

SUCCESSO PER L’APP “IO”

Tutt’altra storia per l’app “Io”, che permette di ottenere dallo Stato, direttamente sul conto corrente, una percentuale delle spese sostenute per gli acquisti di Natale. Si tratta del 10% delle spese sostenute per le feste, con un tetto di 1.500 euro e pagate con pagamenti elettronici, nei negozi fisici, (quindi non acquisti online) a scapito del denaro contante . Quindi al massimo si possono avere 15euro. Per accedere all’incentivo è necessario scaricare anche questa l’app “Io” sul cellulare. E lasciare sulla piattaforma ogni tipo di dato personale. Infatti, una volta creata l’identità digitale Spid, bisogna fornire un bel malloppo di informazioni, quelle stesse che chiedeva l’app “Immuni”: dal codice fiscale all’indirizzo di residenza, gli estremi di carte di credito e bancomat fino all’Iban del conto corrente. Inoltre qualsiasi prodotto o servizio comprato, risulta tracciato in ogni dettaglio, con data, ora, luogo e modalità di acquisto.

CON “IO” NESSUNA MINACCIA PER LA PRIVACY

Sei milioni di cittadini, 400mila solo nella mattinata di ieri, non hanno visto nella applicazione “Io” nessuna minaccia alla privacy. Per la verità, a dire il vero, in tanti si sono lamentati. Ma solo perché non sono riusciti a completare l’iscrizione e a inserire nei campi previsti tutte le informazioni personali richieste. Che sicuramente avrebbero rilasciato più che volentieri, se solo l’applicazione non fosse saltata, puntualmente, per aria. Perché occorre andare a prendere i 150 euro che il governo mette in palio per chi taglia il traguardo dei dieci acquisti di 1500 euro. E poco male se, in questo caso, 150 euro rappresentano il prezzo della privacy che “Immuni” invece violava.