Alla riapertura degli istituti scolastici mancano 20 giorni nel migliore dei casi, e poco più di un mese al ritorno degli studenti in classe. L’Associazione nazionale presidi torna a lanciare l’allarme: in tutta Italia sarà necessario allestire 20 mila aule alternative per un totale di circa 400 mila studenti, circa il 5% del totale, ma il 50% degli ambienti necessari non è ancora stato trovato.
I COMUNI CERCANO SPAZI ALTERNATIVI
I Comuni, come quello di Palermo che ha già emesso il bando, sono impegnati in una corsa contro il tempo per trovare spazi alternativi in cui allestire le aule con le risorse messe a disposizione degli Enti locali per gli affitti nel decreto Agosto: 32 milioni per il 2020, 48 milioni per il 2021. E la ricerca è a 360 gradi: «Gli avvisi pubblici sono aperti a tutti – ha spiegato Cristina Giachi, responsabile Scuola dell’Anci – Oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, bed & breakfast e persino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza».
ARREDI ANTI-COVID
Ma c’è anche un altro problema. Gli spazi, dentro e fuori dagli istituti, dovranno essere arredati con nuove suppellettili anti-Covid e solo il prossimo 12 agosto si conoscerà il nome dell’azienda che avrà vinto il bando europeo, indetto dal Commissario Arcuri, per la fornitura di tre milioni di banchi monoposto, al quale hanno partecipato 14 imprese tra quelle italiane e straniere.
RISCHIO LEZIONI DA CASA
Insomma la situazione non è molto chiara, come ha ribadito, proprio nel giorno in cui la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina aveva firmato il Protocollo per sicurezza con organizzazioni sindacali e dirigenti scolastici, Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola: «Servono chiarimenti urgentissimi circa l’ipotesi in cui l’istituzione scolastica non abbia la disponibilità di spazi e locali idonei per la didattica in presenza con la garanzia del metro lineare di distanza». Insomma il rischio è che una parte degli studenti sia costretta a continuare a seguire le lezioni da casa, alle prese con strumenti inadeguati e connessioni scadenti, condizione che non assicurerebbe il diritto allo studio.