Il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, è indagato per tentata concussione e abuso d’ufficio con l’aggravante mafioso. I fatti contestati riguardano la Via Crucis del Venerdì di Pasqua del 2022. Il questore di Palermo aveva imposto un cambio di percorso della processione perché quello tradizionale prevedeva il passaggio sotto casa di un boss, ovvero Vincenzo Civiletto il quale sta scontando una condanna per associazione mafiosa.
Il primo cittadino del comune palermitano avrebbe anche avuto una pesante discussione col comandante della Polizia Municipale, Giuseppe Biondolillo. “Quando parlo io devi stare fermo – avrebbe detto Geraci -, zitto e sugli attenti, non gesticolare. Ti ho dato una possibilità e te la sei giocata, tu devi fare ciò che ti dico io. Prendi carta e penna, scrivi al questore e guai a te se stasera per la processione fai una cosa diversa”. Il sindaco avrebbe pure preso il cellulare di Biondolillo per paura di essere registrato.
Il questore alla fine non cambiò il percorso che aveva modificato e per questo motivo che al primo cittadino viene contestato il reato in forma tentata. Geraci voleva ottenere il consenso dei cittadini e il “favore” dal comitato della “Madonna Addolorata di Cerda”.
Inoltre per il sindaco ci sono anche contestazioni di abuso d’ufficio: la prima riguarda la sanzione disciplinare inflitta al comandante della Polizia Municipale che ha subito una multa pari a tre ore di retribuzione e poi regolamentazione degli spazi espositivi durante la sagra del carciofo. Secondo l’accusa, l’amministrazione comunale avrebbe esentato i commercianti al pagamento della Tosap contravvenendo al regolamento comunale. Per questo che oltre a Geraci sono indagate altre persone: il presidente del consiglio comunale Mario Dioguardi, l’ex assessore al Turismo Cristian Vivirito, il fratello del sindaco, Simone Geraci, i dipendenti comunali Vincenzo Tripi e Antonina Iolanda Iudicello, i commercianti Gaetana Castiglia e Salvatore Cappadonia.
Il deputato regionale, Ismaele La Vardera, dopo aver appreso la notizia sul sindaco di Cerda, ha deciso di commentare la vicenda. “Le notizia di stampa che vedono protagonista l’attuale deputato e sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, se verificate destano preoccupazione. Credo che sia giusto che la magistratura faccia il suo corso, ma ritengo pure che l’onorevole Geraci debba dimettersi dalla commissione antimafia per l’onorabilità della stessa commissione di cui sono vicepresidente. Non possiamo permetterci che su un componente della commissione antimafia penda un sospetto così ‘grave’, che coinvolgerebbe addirittura un soggetto che sta scontando una condanna per mafia”.
La vicenda giudiziaria che ha visto coinvolto il sindaco di Cerda, Salvatore Geraci, desta in noi molta preoccupazione e sconcerto, perché dalle gravi accuse contestate dalla magistratura al primo cittadino, nonché ad altri esponenti passati ed attuali della sua maggioranza, si aprono scenari inquietanti sulle modalità con cui essi hanno gestito ed amministrato la cosa pubblica. Riteniamo che sia doveroso, per ragioni di opportunità e di rispetto nei confronti della comunità cerdese, che il Sindaco si dimetta immediatamente da primo cittadino e anche da componente della commissione regionale Antimafia.” Lo lo dicono, in una nota congiunta, i consiglieri comunali di Cerda Pietro Bulfamante, Carmela Riolo, Stefania Vara e Giuseppe Civiletto, commentando la notizia dell’indagine a carico del sindaco Geraci.
Aggiungono: ‘Siamo garantisti e aspettiamo il terzo grado di giudizio, a differenza del sindaco Geraci che durante la campagna elettorale invece si ergeva a paladino della giustizia, speculando e strumentalizzando su vicende che coinvolgevano i suoi avversari, non rispettando il principio di presunzione d’innocenza. Nell’esprimere piena solidarietà al comandante della polizia municipale e al prete che è stato allontanato, chiediamo immediatamente che il Sindaco convochi urgentemente il consiglio comunale per rassegnare le sue dimissioni'”.
FONTE FOTO: profilo Facebook Salvo Geraci
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