Si è svolto oggi, 11 giugno, nell’aula bunker del carcere Malaspina di Caltanissetta la prima udienza del processo d’appello sul “Sistema Montante”. Per la prima volta ad essere ascoltato in aula è Antonello Montante, ex leader di Confindustria Sicilia condannato a 14 anni in primo grado per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione.
Nel processo anche Gianfranco Ardizzone, ex comandante della guardia di finanza ed ex capocentro della Dia; Marco De Angelis, sostituto commissario di polizia; Diego Di Simone, responsabile della sicurezza di Confindustria; il questore Andrea Grassi.
Ad occuparsi della difesa di Montante sono gli avvocati Carlo Taormina e Giuseppe Panepinto.
“Il carcere mi ha massacrato psicologicamente – ha dichiarato Montante davanti l’aula bunker del carcere Malaspina -. Tutto mi sarei aspettato ma non un provvedimento restrittivo di questo tipo. Rinnoverò la fiducia alle istituzioni. Senza le istituzioni compresi i magistrati io non avrei potuto fare nulla di ciò che ha fatto. C’è stato un rispetto istituzionale dei ruoli e non soffro di vittimismo”.
Poi ha aggiunto: “C’è una frase importante di Papa Francesco che ho fatto mia: “Nella vita è bello non fare male”. Con questa frase sono riuscito a resistere e a perdonare i traditori. Io non parlerò male, parlerò della verità. Cioè quello che abbiamo fatto: sacrificare la vita per le istituzioni”
“Io non ho fatto dossieraggio – ha concluso l’imprenditore -. Io scrivevo tutto perché la mia paura era quella di non ricordare. Voi giornalisti quando volete raccontare la verità lo fate bene. Quando non volete non lo fate”.