Processo omicidio Aldo Naro, la famiglia non ci sta: “Tempi lunghi, rischio prescrizione. Disserteremo le udienze”

In una nota la famiglia del giovane medico ucciso nel 2015 spiega le ragioni di questa decisioni: “Non è una resa, ma un grido di protesta!”

Aldo

In sette anni non abbiamo mai perso una sola udienza. Siamo sempre stati presenti. Ma adesso basta! Non è tollerabile che un processo del genere possa trascinarsi stancamente per un così lungo periodo di tempo. Siamo ancora in primo grado e con ogni probabilità i reati cadranno in prescrizione“. Inizia così, in una nota, lo sfogo della famiglia di Aldo Naro, il giovane medico di San Cataldo ucciso la notte di San Valentino nel 2015 a Palermo all’interno della discoteca Goa. Per il fatto è stato condannato in via definitiva Andrea Balsano, 17enne ai tempi della morte di Naro; il giovane sferrò il calcio alla tempia considerato causa della morte del medico. Adesso si trova ai domiciliari. 

Omicidio giovane medico, rinviati a giudizio tre buttafuori 

Adesso c’è un altro processo per rissa e favoreggiamento che vede imputati tra gli altri i gestori del locale. In questo caso, però, è tutto fermo al primo grado di giudizio. Parallelamente a giugno si è aperto un altro processo per omicidio che vede coinvolte altre persone: qui il gup di Palermo Rosario Di Gioia ha rinviato a giudizio per concorso in omicidio i tre buttafuori della discoteca, Gabriele Citarrella, Francesco Troia  e Pietro Covello.

Il padre di Aldo, il generale dei Carabinieri Rosario Naro, la madre Anna Maria Ferrara e la sorella Maria Chiara hanno deciso di non presenziare più alle prossime udienze. “La nostra pazienza – spiegano nella nota – è stata messa a durissima prova: rinvii troppo lunghi tra un’udienza e l’altra, ripetute assenze di testimoni, continui forfait da parte di consulenti tecnici di parte senza che sia mai stato disposto il loro accompagnamento coattivo. E come se non bastasse, la mancata nomina dei periti per la trascrizione delle intercettazioni fino allo scorso luglio”.

Processo Aldo Naro, la famiglia: “Scelta di protesta e non di resa”

si tratta di scelta sofferta ma ragionata: questa estenuante e logorante lentezza mortifica ogni giorno di più le nostre attese di giustizia e la nostra fiducia nelle istituzioni. È uno sfregio alla memoria di Aldo e al nostro immenso dolore. Siamo sicuri che le migliaia di persone che da ogni parte d’Italia, attraverso i canali social, seguono la vicenda di Aldo, comprendano il motivo del nostro gesto.

Il nostro è un grido di protesta, non certo un atto di resa. Andremo avanti fino all’ultimo respiro, ogni giorno più combattivi. Lo dobbiamo a nostro figlio. Per queste ragioni, d’ora in poi parteciperemo soltanto alle udienze del processo per omicidio appena iniziato in Corte d’assise. Questo processo, su cui riponiamo le nostre speranze, rappresenta il frutto tangibile della difficile battaglia giudiziaria che abbiamo condotto in questi anni insieme ai nostri avvocati Salvatore Falzone e Antonino Falzone”. La prossima udienza è fissata per martedì 18 ottobre.