Processo Open Arms a Salvini, il 20 dicembre la sentenza: “Chiediamo l’assoluzione”
Sarà emessa il prossimo 20 dicembre la sentenza del processo Open Arms che vede imputato il ministro Matteo Salvini. L’accusa nei suoi confronti è di sequestro di persona e rifiuto di atti di ufficio. Lo ha comunicato il Presidente della seconda sezione penale di Palermo Roberto Murgia alla fine dell’udienza che si è tenuta al carcere Pagliarelli di Palermo.
“Chiedo per Matteo Salvini l’assoluzione perché il fatto non sussiste”, lo ha detto l’avvocato della difesa Giulia Bongiorno. “Più volte è stata offerta ai migranti la possibilità di sbarcare ma è sempre stato detto di no. I confini, e lo dico convintamente, lungi dall’essere strumenti di discriminazione sono lo scudo della pace. Se chiunque potesse entrare in Italia senza regole e senza controlli, nel nostro Paese regnerebbe il caos e la violenza”.
Open Arms aveva diverse possibilità di sbarco: “Si contesta al ministro Salvini il reato di sequestro di persone per avere tenuto dei migranti a bordo, dal 14 al 19 agosto 2019, al contempo si considera legittimo che Open Arms abbia tenuto a bordo gli stessi migranti dal primo al 14 agosto. Quando era evidente a tutti, persino a Malta, che Open Arms aveva il dovere di andare in Spagna. Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli, innumerevoli, innumerevoli rifiuti. Ha scelto di bighellonare anziché andare nel suo Stato di bandiera”.
“Gli atti di questo processo – ha concluso la Bongiorno – documentano che i migranti sono stati aiutati, assistiti, tutelati. La Guardia costiera si mise in ginocchio. Salvini stava combattendo una battaglia contro chi confonde le pretese e i diritti. Ma usare a sproposito il termine diritto è molto pericoloso, innanzitutto per i diritti. Non esiste il diritto di bighellonare per due settimane con i migranti a bordo pur di non ottemperare un divieto. Non esiste il diritto di rifiutare le indicazioni degli Stati delle zone di ricerche e soccorso. Non esiste il diritto di scegliere dove, quando e come fare sbarcare i migranti e quanti migranti. Non esiste il diritto di ignorare le offerte di aiuto, né quello di rifiutare ogni soluzione”.