Proroga contratti precari Covid della Fiera con tagli sul monte ore, pronta la protesta
Previsto sit-in davanti la sede dell’Asp di Palermo
L’Asp di Palermo con una delibera del 23 giugno numero 00951 ha prorogato fino al 30 settembre i contratti dei precari Covid. Rinnovo del lavoro per 861 figure a partita iva o con contratto co.co.co che fino al 30 giugno saranno retribuiti per 80 ore mensili, mentre da luglio le ore diminuiranno a 60.
I lavoratori hanno organizzato un sit-in per il 29 giugno davanti la sede dell’Asp di Palermo in via Cusmano. “Stupore ed amarezza la delibera che riduce ulteriormente il monte ore del personale impiegato per l’emergenza Covid – affermano in una nota -. Questa decisione, incomprensibile in un momento storico in cui il numero dei contagi è in netto aumento oltre il 60% e l’Rt superiore ad 1, espone i cittadini dell’area Metropolitana di Palermo a gravi rischi, legati alla diffusione del virus; non per ultimo, questa decisione da parte del direttore generale, lede la dignità lavorativa e professionale di tante figure impiegate che, sin dal primo giorno di lavoro, con spirito di abnegazione e sacrificio, si sono dedicati ai cittadini, inoltre hanno inventato un altro modo di fare sanità che, questa città sconosceva“.
LA REPLICA DEL DIRETTORE GENERALE
Il direttore generale dell’Asp Daniela Faraoni ha risposto alla richiesta dei precari Covid tramite un comunicato: “Vengo a conoscenza dai media della protesta degli operatori della Fiera del Mediterraneo e, ovviamente, c’è la massima disponibilità ad un incontro in una data da concordare, considerato che il giorno di cui si apprende della manifestazione in via Cusmano (29 giugno, ndr), non sarò in sede per motivi strettamente personali“.
“Le disposizioni vigenti – ha spiegato Daniela Faraoni – affidano le decisioni alla Direzione generale dell’Asp, ma anche al Commissario straordinario che, nel merito, non ha inteso assumere alcuna responsabilità, lamentando, soltanto a posteriori, la scelta operata. Le decisioni prese sono, esclusivamente, indirizzate a mantenere l’intera organizzazione, senza alcun taglio. Un’organizzazione in grado – sempre nel rispetto delle norme vigenti, anche nell’ottica di buon andamento dell’amministrazione – di ampliare l’attività ove ve ne fossero necessità riconosciute e sottoscritte dai responsabili dell’organizzazione stessa“.
Infine per quanto riguarda le Usca, ha concluso Faraoni “si sta valutando, così come espressamente richiesto, il mantenimento dell’attuale organizzazione, e cioè un’USCA ogni 50 mila abitanti”.