Protesta per il prezzo del latte, trentotto pastori sardi verso il rinvio a giudizio
Sulla vicenda degli allevatori che nel febbraio del 2019 ad Abbasanta bloccarono un tratto di autostrada, si registra l’intervento dell’europarlamentare della Lega Francesca Donato, che si schiera a loro fianco
La Procura della Repubblica di Oristano si appresta a chiedere il rinvio a giudizio per trentotto pastori a seguito delle manifestazioni di protesta contro il prezzo del latte tenutesi nel febbraio del 2019 ad Abbasanta.
Il procuratore Domenico Basso e la sostituta Silvia Mascia hanno chiuso le indagini preliminari e notificato agli allevatori indagati l’avviso di conclusione.
Violenza privata aggravata dal danneggiamento, sequestro di persona, blocco del traffico, deturpamento e imbrattamento di cose e interruzione di pubblico servizio sono alcuni dei reati contestati a vario titolo ai pastori finiti nel registro degli indagati, molti dei quali difesi dall’avvocato Cristina Puddu, che ha ottenuto dalal Procura di ricevere gli atti del procedimento tradotti in dialetto sardo, come previsto da una deliberazione del Consiglio provinciale di Oristano e da una sentenza della quarta sezione penale della Cassazione.
Una vicenda controversa, quella avvenuta l’8 febbraio dello scorso anno : la mobilitazione, finalizzata a ottenere un costo più congruo del latte, era culminata e degenerata con blocchi stradali e cisterne svuotate del carico destinato ai caseifici.
Su quanto accaduto si registra l’intervento di Francesca Donato (nella foto) europarlamentare della Lega che, pur non negando le violazioni avvenute dal punto di vista giuridico durante la protesta, si schiera a fianco dei pastori protagonisti delle accesse azioni finite nel mirino della magistratura.
“Tutto ciò – si legge in una nota in merito al probabile processo – aggiunge un senso di ingiustizia alla già pesantissima condizione del comparto agropastorale dell’isola”.
“La corposa sfilza di accuse ed aggravanti contestate a coloro che, dalla disperazione, sono arrivati a gettare in strada il latte ottenuto col proprio lavoro – osserva l’eurodeputata – mortifica ogni possibilità di fiducia di quei cittadini nelle Istituzioni e ogni speranza per il futuro”.
“Le tensioni sociali alle quali assistiamo ormai da giorni – prosegue Donato – dovute a difficoltà economiche gravissime di intere fasce della popolazione, non si possono risolvere con la repressione e i processi: il diritto al lavoro, a un salario equo, alla dignità e alla libertà individuale sono presidi fondamentali nel nostro ordinamento e la loro preminenza andrebbe tenuta presente anche nel soppesare condotte irregolari rispetto alle autorizzazioni necessarie per manifestare pubblicamente una loro grave carenza”.
“Sono vicina ai pastori sardi senza remore – afferma – e mi auguro che la politica del territorio e il governo nazionale si attivino prontamente per sostenerli e, quantomeno, per aiutarli ad affrontare le spese di giudizio e garantire loro la miglior difesa possibile nel procedimento che li riguarda”.
“Pare superfluo aggiungere – conclude Donato – che sia il ministero all’Agricoltura che l’assessorato regionale competente dovrebbero rispondere del perché ancora non sia stato fatto nulla per rispetto alle legittime richieste di intervento di questa categoria di lavoratori, nonostante le ripetute promesse e la lunga attesa di segnali concreti da parte loro”.
Tutti i difensori dei trentotto allevatori hanno a disposizione il fascicolo per presentare memorie e richiedere l’interrogatorio dei propri assistiti prima dell’eventuale richiesta di rinvio a giudizio, che appare comunque molto probabile.