Reddito di cittadinanza, percettori palermitani iniziano lo sciopero della fame: “Vogliamo essere ascoltati”
L’intervista ad alcuni partecipanti alla protesta che ieri si è tenuta davanti alla sede della Regione Siciliana
Dopo la protesta di ieri, 11 gennaio, alcuni percettori di reddito di cittadinanza palermitani hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame. Un modo farsi sentire e chiudere aiuto a quelle istituzioni dalle quali dicono di sentirsi abbandonati: “Non preoccuparsi del proprio cittadino è abbandonare una persona al nulla – dicono ai microfoni di Palermo Live -. Ciò che chiediamo è avere un po’ di rispetto verso questa gente che non cerca qualcosa per speculare sullo Stato, ma solo un lavoro degno delle nostre famiglie”.
I percettori hanno chiesto un incontro con il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. Si appellano anche al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, sottolineando di essere “padri e madri di famiglia” prima che percettori di reddito di cittadinanza.
Percettori di reddito di cittadinanza protestano a Palermo
“Abbiamo timore di uscire la carta nei supermercati, perché le persone ridono e ci umiliano col loro sguardo – raccontano -. Siamo persone come tutte le altre e non mi sembra giusto dividere l’uomo dall’uomo, perché siamo tutti esseri umani”.
I percettori chiedono garanzie e il tanto agognato lavoro: “Ad agosto mi troverò fuori casa. Inizio io ora a stare fuori, a dormire in macchina perché voglio un lavoro e voglio che i miei figli stiano sempre dentro ad una casa”. Così racconta una mamma che aderisce alla protesta. “Non chiediamo un lavoro alla Regione o al Comune, ma un lavoro dignitoso. Non vogliamo 2mila euro al mese – come dicono alcuni – anche 1200/1300. Con un contratto nazionale si potrebbe andare avanti”.
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