Una donna sulla quarantina è stata aggredita alle spalle da uomo mentre saliva in auto. È stata prima picchiata, poi rapinata e, infine, violentata. È successo Roma, in una strada della Garbatella, dopo che la donna era uscita da un ristorante al termine dei festeggiamenti per il suo compleanno.
Aveva festeggiato con tre amiche, riferisce. Finito di cenare, a causa della pioggia improvvisa, per dal locale ha chiesto al ristoratore un ombrello per poter andare a prendere l’auto e poi tornare per far salire le amiche. Alle 23.15 una telecamera di sicurezza di un’oreficeria ha ripreso la donna con un ombrello nero camminare a passo veloce.
Poiché la 40enne tardava a tornare, e inoltre non rispondeva al cellulare, una delle amiche ha deciso di andare a cercarla nei pressi del parcheggio vicino al ristorante. Si è trovata di fronte ad una scena terribile: lo sportello dell’auto aperto, lamenti provenivano dall’interno e un uomo era addosso alla sua amica. Ha subito iniziato ad urlare, e questo ha messo in fuga il violentatore. La donna ha provato a rincorrerlo, ma si è dileguato. Una coppia che passava ed alcuni ragazzi in motorino si sono fermati ed hanno chiamato polizia e 118. La vittima adesso si trova ricoverata all’ospedale San Giovani con una prognosi di 30 giorni, con una frattura dello sterno, traumi alle costole e contusioni al viso.
Ecco quello che la donna ha raccontato ai poliziotti: «Mi ha vomitato addosso una valanga di parolacce e insulti, voleva i soldi, gridava “dammi i soldi” zoc*** e ha cominciato a picchiarmi selvaggiamente. Mi ha scaraventato dentro l’auto, mi ha alzato la maglia, slacciato i pantaloni, abbassato gli slip… Ho provato a difendermi, ma le sue mani, avvolte dai guanti in lattice, erano dappertutto. Un orrore». Secondo le informazioni date dai testimoni, l’uomo sarebbe una persona tra i 25 e i 40 anni, alto, magro, e definito dalla «carnagione olivastra con un giubbotto rosso». Alcune fonti riferiscono che le autorità stanno cercando un uomo di origine nordafricana. Dentro l’auto è stato trovato un pezzo di guanto in lattice in cui probabilmente sono rimaste le impronte e il Dna dell’aggressore.