“Quello che ti nascondevo”, Marina Di Guardo presenta il suo nuovo thriller a Palermo – VIDEO
Si è svolta venerdì pomeriggio presso La Feltrinelli di Palermo la presentazione del nuovo romanzo di Marina Di Guardo. La scrittrice è tornata con un nuovo libro dal 31 ottobre edito Mondadori, dopo che già nel maggio 2022 era uscita con “Dress Code Rosso Sangue”. La Sicilia e Palermo sono sempre nel cuore della scrittrice piemontese, infatti i suoi genitori eranp di Catania.
Proprio dal suo legame con l’isola e il capoluogo siciliano la Di Guardo ha voluto iniziare il suo incontro col pubblico, molti dei quali ragazzi: “Sono strafelice di essere ancora a Palermo che è una città che adoro – afferma – Amo le bellezze di questa città. Proprio stamattina sono stata a Palazzo Mirto e a Palazzo Steri. Sono rimasta esterrefatta di fronte alle meraviglie che ogni volta che vengo scopro. Ma non solo. Anche l’umanità, la cordialità, la gentilezza, l’ospitalità, l’attenzione dei palermitani che tutte le volte mi lasciano senza fiato. Io sono felice anche perché ritorno nella mia terra, i miei genitori erano di Catania (scusatemi, ride ndr). Quando torno qua, mi sento a casa. Sento che ritorno alle mie radici, a quello che ho vissuto purtroppo solo nelle vacanze estive perché tornavo con i miei genitori dai miei parenti. Era un ritorno a qualcosa che sentivo profondamente mio”.
La Di Guardo con questo thriller psicologico serratissimo ha l’obiettivo di esplorare una delle nostre più inconfessabili paure: e se chi ci sta accanto nascondesse terribili segreti? La trama parla di un uomo, Giacomo, imprenditore e titolare di un brand di gioielli, che da quando la moglie Allegra è morta dopo una caduta da un dirupo, si trascina tra mattine grigie e pomeriggi interminabili, nell’attesa del momento in cui finalmente arriverà a casa e potrà chiudere fuori il mondo.
Dopo essersi versato un bicchiere del whiskey preferito, il suo unico desiderio è passare la serata a riascoltare dalle casse dello stereo i vocali che la moglie gli ha mandato negli anni, e aggrappandosi a quella voce illudersi di averla ancora accanto. È proprio in una di quelle serate solitarie e intrise di malinconia che Giacomo, d’un tratto, coglie nella registrazione un dettaglio che prima gli era sempre sfuggito: in uno dei messaggi, per una frazione di secondo, dietro la voce di Allegra se ne distingue un’altra. Una voce che lui non conosce. Una voce che appartiene a un uomo. Divorato da un dubbio angosciante, Giacomo comincia a setacciare il computer della moglie, finendo per scoprire un segreto per lui inimmaginabile. Forse, la morte di Allegra potrebbe non essere stata una tragica fatalità…”.
“Siamo umani – dice la Di Guardo – con i nostri pregi e difetti,con le nostre problematiche. Allegra non la condannerei, ma come faccio sempre nei miei Giacomo, imprenditore e titolare di un brand di gioielli, si trascina tra mattine grigie e pomeriggi interminabili, nell’attesa del momento in cui finalmente arriverà a casa e potrà chiudere fuori il mondo. Dopo essersi versato un bicchiere del whiskey preferito, il suo unico desiderio è passare la serata a riascoltare dalle casse dello stereo i vocali che la moglie gli ha mandato negli anni, e aggrappandosi a quella voce illudersi di averla ancora accanto. È proprio in una di quelle serate solitarie e intrise di malinconia che Giacomo, d’un tratto, coglie nella registrazione un dettaglio che prima gli era sempre sfuggito: in uno dei messaggi, per una frazione di secondo, dietro la voce di Allegra se ne distingue un’altra. Una voce che lui non conosce. Una voce che appartiene a un uomo. Divorato da un dubbio angosciante, Giacomo comincia a setacciare il computer della moglie, finendo per scoprire un segreto per lui inimmaginabile. Forse, la morte di Allegra potrebbe non essere stata una tragica fatalità…”
I protagonisti del libro, Giacomo e Allegra
Il romanzo per tutto il racconto gira intorno alla figura di Allegra col marito che scopre un segreto di lei che non sapeva, ovvero che lo aveva tradito. “Siamo umani, con i nostri pregi e difetti – afferma la scrittrice -, le nostre problematiche che ci portiamo sin dall’infanzia. Abbiamo imparato dalla vita, dai nostri genitori. Allegra non la condannerei, uso la sospensione del giudizio su questo personaggio come faccio spesso nei miei libri. Lei senza dubbio ha tradito Giacomo, ma gli ha dato anche tanto amore. L’uomo era convinto che con Allegra sarebbe stato risarcito da un’infanzia triste e difficile ed è un po’ quello che noi cerchiamo spasmodicamente. Nella persona cerchiamo quello che non abbiamo avuto prima, ci illudiamo”.
Nel libro spazio anche ai social con particolare riferimento a Tinder: “Un sito di incontri che va molto in questo periodo – dice la scrittrice – . I social possono essere una possibilità per incontrare persone oltre che per lavoro, ma non si deve fermare qui. Tinder potrebbe essere utile perché c’è solitudine nella società di oggi. Le persone fanno fatica a incontrarci. Ma viene utilizzato male, le persone fanno questo twitch e passano da un viso all’altro. E’ una specie di supermercato della carne. Abbiamo bisogno di farci vedere nella nostra interezza, di farci conoscere”.
Poi la Di Guardo ha spiegato da dove ha avuto l’ispirazione per questo romanzo: “Da un messaggio vocale di una mia amica – confessa -, che non mi aveva convinto dalle parole che mi aveva detto. C’era qualcosa che non andava. L’ho chiamata e dopo aver insistito e indagato un po’ mi ammise che in realtà aveva dei problemi. Allora lì, ho cominciato a riflettere su come i messaggi vocali possono raccontare tanto, attraverso le parole, il tono e anche i rumori di fondo. Possono rivelare tantissimo. Da qui ho pensato alla mia trama del libro. Ho preso appunti su taccuino e telefono. L’ho scritto di mattina, mi sono preso alcune settimane dove mi svegliavo presto e iniziavo a scrivere. Mi chiudevo nella mia stanza, non c’ero per nessuno nemmeno per i miei nipoti”.
La Di Guardo non poteva affrontare un tema a lei tanto caro, la violenza sulle donne . “Il silenzio è la cosa più sbagliata che noi donne possiamo fare”, dice. “Non parliamo perché purtroppo sono ostaggio di una dipendenza economica, emotiva perché già da piccole in famiglia le hanno insegnato a sopportare e quindi stanno zitte. Gli uomini dovrebbero proteggere e sostenere le donne, invece non è così. Non facciamo abbastanza da un punto di vista istituzionale, giuridico.
Ad esempio la figlia di un mio amico in spagna ha avuto un caso di stalking a causa del suo ragazzo. Lui veniva tenuto d’occhio attraverso un braccialetto elettronico e ogni qualvolta si avvicinava a una distanza massimo di 100 metri l’apparecchio suonava e la polizia spagnola interveniva subito. Sento ragazzi di 15-17 anni dire alle proprie fidanzatine tu sei mia, non devi uscire con le amiche. Pensano di essere i proprietari esclusivi di queste ragazzine, non è accettabile. Nessun essere umano ha un proprietario.
Intollerabile che gli uomini possano decidere il destino delle donne – conclude -, come è accaduto nell’ultimo caso di Giulia Cecchettin dove Filippo ha deciso il suo destino e di quello di altre persone attorno a lui. Dobbiamo cambiare a livello culturale, nessuno è di nessuno e dobbiamo sentirci liberi di prendere le decisioni che vogliamo e di amare o meno una persona”
Foto e dediche ai suoi lettori per Marina Di Guardo