Questo elettrodomestico vale mezzo milione di euro: basta premere un pulsante e fai soldi a palate

Xbox-360 - fonte pexels - palermolive.it

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Un oggetto che molti di noi potrebbero avere conservato dentro un armadio, ma che potrebbe farti guadagnare  

Negli Stati Uniti è emerso un caso di insider trading che ha dell’incredibile. Anthony Viggiano, un giovane di 26 anni ex analista finanziario di Goldman Sachs, è stato accusato di aver utilizzato canali del tutto inaspettati per commettere un reato economico di estrema gravità. Secondo quanto riferito dall’FBI, Viggiano avrebbe comunicato informazioni finanziarie riservate a due amici stretti, guadagnando con loro una cifra che si aggira intorno ai 400.000 dollari. A destare scalpore è stato il mezzo utilizzato: la chat vocale della storica console Xbox 360.

La Xbox 360, lanciata nel 2005 e predecessora della Xbox One, è nota per il suo sistema di comunicazione vocale in tempo reale tra giocatori. In passato, questo strumento è stato usato soprattutto per coordinarsi nelle partite online o semplicemente per conversare. Tuttavia, Viggiano avrebbe sfruttato proprio l’impossibilità di tracciare e registrare queste conversazioni per trasmettere ai suoi complici informazioni confidenziali su future operazioni di mercato, eludendo così i controlli delle autorità finanziarie.

Secondo un’inchiesta condotta anche dal sito The Verge, oltre alla chat vocale della Xbox 360, Viggiano avrebbe utilizzato sistemi di messaggistica criptata e piattaforme come Instagram, notoriamente capaci di far sparire automaticamente i messaggi inviati. L’obiettivo era sempre lo stesso: comunicare in modo sicuro le informazioni privilegiate relative a operazioni aziendali imminenti, tra cui l’acquisizione di ChannelAdvisor, notizia che ha fruttato consistenti profitti a chi l’ha ricevuta in anticipo.

Insieme a Viggiano, sotto indagine sono finiti anche Christopher Salamone e Stephen Forlano, considerati i principali complici dell’operazione. I tre avrebbero agito come un piccolo gruppo organizzato, consapevole della natura illegale delle loro azioni e impegnato a eludere ogni tipo di controllo informatico. La loro astuzia, tuttavia, non è bastata per evitare le indagini federali, che hanno portato alla luce dettagli sempre più precisi su come sono riusciti ad accumulare i loro profitti illeciti.

Il ruolo dell’FBI e le difficoltà nelle indagini

Nonostante l’assenza di registrazioni delle chat vocali sulla Xbox 360, l’FBI si è detta certa del ruolo cruciale giocato da questa console nella comunicazione tra gli indagati. Gli investigatori hanno ricostruito lo schema delle comunicazioni e individuato la sequenza temporale che collega le conversazioni sui giochi alla successiva realizzazione delle transazioni finanziarie. La difficoltà maggiore, in questo caso, è rappresentata proprio dalla natura effimera dei canali utilizzati: strumenti pensati per l’intrattenimento, mai destinati a conservare informazioni.

L’uso di canali non convenzionali per compiere attività illecite non è nuovo nel mondo del cybercrimine. Ma vedere una console da gioco come protagonista di un caso di insider trading rappresenta un’anomalia significativa. La scelta di Viggiano evidenzia quanto sia importante per le autorità ampliare la propria attenzione anche verso piattaforme apparentemente innocue, soprattutto quando si parla di crimini ad alta tecnologia e a basso tracciamento.

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Microsoft e il futuro della Xbox 360

Curiosamente, la Xbox 360 è una console che, sebbene datata, continua a ricevere un certo supporto da parte di Microsoft per alcuni titoli. La stessa azienda ha dichiarato che la chiusura definitiva dei servizi online dipenderà dalla volontà degli sviluppatori di mantenerli attivi. In questo contesto, il caso Viggiano porta inevitabilmente alla riflessione su quanto certe tecnologie del passato possano ancora avere un impatto, persino in ambiti inaspettati come quello della finanza criminale.

Il caso dell’insider trading via Xbox 360 pone una nuova sfida in termini di sicurezza digitale e controllo delle comunicazioni. Dimostra come anche strumenti nati per il gioco possano trasformarsi in mezzi sofisticati per eludere la legge. La vicenda di Viggiano, ora sotto processo, non è solo un monito per le autorità, ma anche per le aziende tecnologiche, chiamate a riflettere su come le loro piattaforme possano essere sfruttate con scopi ben diversi da quelli previsti.