Cultura

“Una granita di fragola e panna”: il racconto gentile di Salvatore Leto

Nel microcosmo di un quartiere tante vite si incontrano, e talvolta si intrecciano.
Tra ricordi, pettegolezzi e gesti della quotidianità anche le esistenze più grigie si rivitalizzano, e i singoli personaggi diventano speciali, ognuno nella propria unicità.
L’autore palermitano Salvatore Leto, alla seconda esperienza letteraria dopo “Profumo d’arance amare” racconta una storia leggera ma tutt’altro che priva di spessore.

Salvatore Leto è l’autore di “Profumo d’arance amare” e “Una granita di fragola e panna”

Edito da Youcanprint, “Una granita di fragola e panna” è il dipinto fresco e garbato di un piccolo mondo, animato da donne e uomini descritti con una penna vivida ed efficace, ognuno in possesso di tratti universali nei quali il lettore può riconoscersi.
E magari sorridere delle proprie debolezze.

LA STORIA

Il protagonista assoluto è il professore di lettere classiche Eduardo Mulè, tratteggiato con notevole abilità letteraria.
Uomo colto, ragionevole e intuitivo, vive da solo ma ha i modi tipici del padre di famiglia con le sue allieve.
Tra queste ultime, un ruolo di primo piano è affidato ad Eugenia e Sabrina, due personalità agli antipodi. Buona, remissiva, intelligente e capace la prima, irrequieta, furba e malevola la seconda.
Ma la figura più riuscita, dal punto di vista narrativo, è quella di Frat’ Antonio : a lui, nel racconto, il compito di sbloccare gli esiti di una vicenda che avrà una bella conclusione, aperta alla speranza e al futuro.
Uomo mite e sapiente, il sacerdote dai modi semplici e genuini sarà in grado di aprire un varco nel cuore del professore, incontrato del tutto casualmente.
Un cambiamento interiore illustrato con semplicità ed efficacia a conclusione del racconto.
Il mezzo è una lettera che il protagonista scrive al “Dottò“, altro personaggio della galleria: non un elemento qualsiasi, bensì colui che regge la trama di tutta la storia.

I TEMI TRATTATI

Pur non avendo alcuna pretesa di tipo “autoriale” nè la presunzione di lanciare messaggi, il racconto di Salvatore Leto ha una precisa dignità letteraria.
Un’opera molto accattivante, anche per la scelta del registro e del linguaggio.
Le parole si rincorrono fluide e, qua e là, ci si rallegra anche per via del sapiente ricorso al dialetto siciliano.
I temi che emergono con più forza sono quelli della solitudine e della fede in Dio, incastonati in un quotidiano dominato da piccoli intrighi, restituito al lettore con una punta di ironia e capacità di acuta osservazione.
La prefazione di Monsignor Giuseppe Pitarresi e la toccante dedica dell’autore alla moglie Marisa completano un’opera deliziosa, che svetta per sensibilità e umanità.

Published by
Marianna La Barbera