Racket “caro estinto”, colpo alla mafia: fermi e sequestri | VIDEO

Blitz dei carabinieri a Bolognetta: gli indagati gestivano gli affari del capo mafia arrestato. Gli ordini nelle lettere dal carcere

I carabinieri della Compagnia di Misilmeri questa notte hanno eseguito un provvedimento di fermo, emesso dalla procura di Palermo, nei confronti di Carlo Salvatore Sclafani 46 anni, e Mario Pecoraro, 47, imprenditori di Bolognetta. Le indagini sono state condotte dai militari del comando provinciale di Palermo, coordinati dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca. Ed è venuto fuori che nel periodo di reggenza di Stefano Polizzi i due imprenditori si sarebbero messi a disposizione del capofamiglia, assumendo un ruolo centrale a Bolognetta. Grazie anche al sostegno della famiglia di Misilmeri, comandata da Salvatore Sciarabba. Inoltre avrebbero ottenuto anche il monopolio sul territorio nel settore delle agenzie funebri e dell’edilizia.

INFILTRAZIONI NELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI BOLOGNETTA

I militari, nel corso dell’operazione Domino avrebbero accertato anche la loro ‘infiltrazione nell’amministrazione comunale di Bolognetta. Che avrebbe affidato alle loro imprese edili commesse pubbliche, senza seguire i previsti iter amministrativi in violazione del principio di trasparenza ed imparzialità”. Sia Sclafani che Pecoraro avrebbero anche minacciato e intimidito un imprenditore per mantenere il predominio nella zona. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrate aziende, conti correnti e il patrimonio immobiliare delle società. Per un valore di circa 4 milioni di euro.

INTERESSI NEL SETTORE POMPE FUNEBRI

Una delle società sequestrate opera nel settore delle pompe funebri. Per questo i due avevano instaurato un vero e proprio monopolio del “caro estinto”, intimidendo chi non sottostava ai loro diktat. Spiegano gli ìto investigatori un imprenditore ha subìto una minaccia per limitare l’operatività della sua azienda. E non danneggiare quella riconducibile ai due indagati”. Inoltre si sarebbero inoltre adoperati a redigere una documentazione falsa da presentate alla corte d’appello di Palermo per ottenere la revoca della dichiarazione di fallimento di una loro società.

Nel video che pubblichiamo ci sono anche intercettazioni.