Camporeale, il racconto della ragazza contesa: «Volevo trattenerlo, ma lui ha sparato»

La fidanzata di Michele Mulè, che prima era stata fidanzata anche con Benedetto Ferrara, ha raccontato ai carabinieri le fasi che hanno portato all’omicidio avvenuto a Camporeale

Mafia

Grazie alle dichiarazioni della fidanzata di Michele Mulè, i carabinieri hanno potuto ricostruire le fasi dell’omicidio di Benedetto Ferrara, ucciso due giorni fa a  Camporeale con tre colpi di revolver calibro 38. La ragazza, che prima era stata anche fidanzata della vittima, ha raccontato che Mulè ha reagito ad un ennesimo insulto rivoltole dal Ferrara, come riportato dal giornale di Sicilia. «Assieme a una mia amica ho incontrato Benedetto in compagnia del suo amico Antonino Triolo ─ ha ricordato la ragazza ─.. Benedetto vedendomi sputava a terra. Triolo, vedendo la scena, ha sorriso verso di noi». 

IN MACCHINA CON MULÈ

La ragazza ha continuato la sua dichiarazione  aggiungendo che quando poco dopo l’ha raggiunta Mulè, gli ha  raccontato l’episodio accaduto poco prima. Quindi i due in macchina hanno fatto un giro del paese e la ragazza ha cercato di calmare il fidanzato. «Michele mi ha invitato a lasciarlo stare, ma lo diceva in maniera tranquilla ─ ha proseguito nel racconto ─. Siamo ripassati davanti al bar del centro. E in quella circostanza era presente Benedetto che ha urlato qualcosa al nostro indirizzo. Michele ha proseguito in auto poco dopo la curva, dove ha arrestato la marcia del mezzo ed è sceso dal veicolo aprendo la porta con violenza. Io ho cercato di trattenerlo ─ ha continuato la ragazza ─,  avendo capito che stava andando a litigare. Poco prima aveva proferito la parola “cornuto” verso Benedetto».

POCO DOPO GLI SPARI

Il racconto della ragazza arriva all’epilogo della tragedia: «Dopo che Michele è sceso dal veicolo, l’ho visto dirigersi verso il bar,  e si è avvicinato a Benedetto. Immediatamente ho sentito per due volte un rumore forte come di un petardo. Ho visto Benedetto a terra e Michele è risalito in auto, e mi ha detto che mi accompagnava a casa. Gli ho chiesto: “ma cosa hai fatto?”, e lui mi ha risposto, “ora mi prendo le mie conseguenze”. Mi ha accompagnato a casa e mi chiesto se potevamo entrare perché aveva bisogno di prendere un bicchiere d’acqua. Dopo aver bevuto, l’ho visto al telefono. Chiusa la chiamata mi ha detto: “stanno arrivando, poteva finire meglio, non doveva finire così”». Infatti poco dopo sono arrivati i carabinieri, e Mulè si è consegnato.  Ha fornito l’arma del delitto poggiandola sul cofano della macchina. Una giovane vita stroncata e un’altra distrutta per sempre.