VIDEO | Ragazzo bloccato da vigili: “Trattato come George Floyd”

Accade a Padova: il giovane straniero non si è fermato alla richiesta di controllo degli agenti della municipale. Guardando il video divenuto virale, in molti hanno rivisto le scene che hanno portato al decesso dell’afroamericano.

A pochi giorni dal verdetto di condanna per l’ex agente di polizia Derek Chauvin, accusato di avere provocato la morte di George Floyd a Minneapolis, in Italia, a Padova per la precisione, si consuma un episodio che per dinamica ha ricordato a molti quanto accaduto negli U.S.A. E’ bastato un video amatoriale, diffuso sui social e divenuto presto virale, per scatenare un fiume di polemiche. Si tratta del corpo a corpo ingaggiato da tre agenti della polizia municipale con un ragazzo straniero, colpevole di non essersi fermato alla richiesta di un controllo. da qui, la reazione, per troppi fin troppo dura, degli agenti.

LA DINAMICA

Nelle immagini, girate da un passante in Via Umberto I, nel centro città, si vedono i 3 vigili lottare con il giovane, che cerca di divincolarsi, fino a che non va a terra; successivamente uno dei tre gli è sopra la schiena, e con un braccio lo stringe al collo. Scena che, ai presenti, ha come detto ricordato la triste vicenda che ha visto morire, poco meno di un anno fa (era il 25 maggio del 2020) l’afroamericano.

Essendo tirate direttamente in ballo le forze dell’ordine della città veneta, ha ritenuto di doversi esprimere Diego Bonavina, l’assessore alla sicurezza del comune di Padova.

ESCLUSA MATRICE RAZZISTA

“Quando mi sono state sottoposte le immagini che circolavano in rete ho subito chiesto un dettagliato rapporto su quanto accaduto al Comando della Polizia Locale. Il ragazzo stava correndo in bicicletta in senso vietato, e non portava sul volto la mascherina. Quando i vigili gli hanno intimato l’alt non si è fermato, cercando di darsi alla fuga. Non serve ribadire – aggiunge Bonavina – che la nostra amministrazione, da sempre e coi fatti, ha dimostrato di essere attenta tanto ai diritti quanto ai doveri di tutti. Capisco che questi episodi siano spiacevoli per tutti, agenti compresI. Soprattutto dopo i gravi episodi avvenuti negli Stati Uniti, e si chieda una policy di trasparenza e proporzionalità nell’uso della forza. Ma mi sento di escludere che il caso in oggetto nasca da quell’humus culturale sbagliato e correttamente condannato“.