Crea ancora paura e panico il morso da ragno violino. Solo qualche giorno fa il carabiniere palermitano Franco Aiello è morto a causa del veleno dall’aracnide, questa volta a finire in ospedale è il giornalista Enrico Testa, storico volto di RaiSport.
Il giornalista e caporedattore di RaiSport si trovava nel giardino della sua villa a Sacrofano, quando è stato morso a una scapola dal ragno violino. L’animale, dal racconto fornito da Testa, pare appartenga alla stessa specie che ha ucciso il carabiniere di Isola delle Femmine lo scorso 13 luglio. La fitta avvertita da Enrico Testa è stata talmente forte da allertare la sua compagna. I due, subito dopo, hanno deciso di recarsi alla guardia medica.
Dopo l’arrivo nella struttura sanitaria, fortunatamente, il veleno è stato aspirato del tutto. “Stavo aprendo uno scatolone quando ho sentito un pizzico nella parte alta della schiena e ho notato il ragno. Poi, su consiglio della mia compagna ho allertato il 118 – racconta il giornalista a Il Messaggero -. Ora sto proseguendo le cure, ma ho ancora dei sintomi: dissenteria, vomito e svenimento. Ma entro 48 ore il pericolo sarà scongiurato”.
Il ragno violino è tra gli aracnidi italiani più velenosi. Inizialmente il suo morso è asintomatico, indolore e l’area interessata non presenta alterazioni, come accaduto al carabiniere palermitano. Nelle ore successive al morso di ragno compare una lesione arrossata con prurito, bruciore e formicolii che nell’arco delle 48-72 ore successive, può diventare necrotica e può ulcerarsi.
Oltre all’iniezione del veleno, il ragno violino con la puntura può veicolare nei tessuti batteri anaerobi (microrganismi che vivono in assenza di ossigeno), che proliferano e complicano il decorso della lesione. La loro azione provoca infatti la liquefazione dei tessuti. Nelle situazioni più gravi oltre a febbre, rash cutaneo, ecchimosi, possono presentarsi danni ai muscoli, ai reni ed emorragie. In molti casi, inoltre, può essere necessario un trattamento in camera iperbarica.