Rap, incontro sindacati-Caruso: dieci giorni di tempo o sarà protesta
Il neo amministratore dell’azienda che gestisce la raccolta rifiuti a Palermo ha assicurato ai sindacati di trovare delle soluzioni entro dieci giorni
Nella giornata di venerdì si è svolto un vertice tra i sindacati della Rap Palermo e il neo amministratore unico Girolamo Caruso. Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel e Filas hanno chiesto un intervento rapido per la ricapitalizzazione dell’azienda che gestisce la raccolta rifiuti a Palermo, soprattutto per gli extra costi dovuti alla chiusura della discarica di Bellolampo. In caso di mancate risposte nelle prossime settimane, i sindacati Rap hanno annunciato una protesta.
“Abbiamo ribadito le problematiche che attanagliano l’azienda di piazzetta Cairoli: extra costi dovuti alla chiusura della discarica di Bellolampo; la ricapitalizzazione ferma da anni; i circa 55 milioni di crediti vantati nei confronti del Comune di Palermo, nonché l’imminente saturazione della discarica di Bellolampo ed il serio rischio di ulteriori extra costi. L’amministratore unico Caruso – affermano i sindacati – si è assunto l’impegno di approfondire con l’amministrazione comunale le tematiche trattate e proverà a darà risposte nei prossimi 10 giorni con un nuovo incontro fissato per venerdì 11″.
Ristabilire in tempi rapidi serenità tra i lavoratori dell’azienda. “Era febbraio quando accogliendo l’invito rivolto dal Prefetto di Palermo, abbiamo sospeso lo stato di agitazione. Purtroppo sono passati 4 mesi e gli impegni assunti nel corso di quei due incontri con l’amministrazione comunale non si sono concretizzati. Nel frattempo l’azienda ha cambiato per ben tre volte la governance ed il clima generale della politica comunale ha evidenziato molteplici lacerazioni. Al Sindaco, alla sua Giunta ed all’intero consiglio comunale rivolgiamo l’appello di formalizzare in tempi rapidi tutti gli atti necessari a restituire serenità all’azienda e ai 1670 lavoratori, l’approvazione del bilancio consuntivo del 2020 è alle porte, non resteremo certamente passivi di fronte ad un nuovo rischio di disequilibrio economico-finanziario le cui responsabilità vanno cercate altrove“.